CILD partecipa alla UPR pre-session sull’Italia

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Si avvicina il 4 novembre, data in cui l’Italia sarà sottoposta al terzo ciclo della Revisione Periodica Universale (Universal Periodic Review, UPR). Nel corso della Revisione gli Stati membri dello Human Rights Council comunicheranno al governo italiano le proprie raccomandazioni, mentre il Gruppo di Lavoro per la Revisione (UPR Working Group) giudicherà la tenuta dei diritti umani e delle libertà civili nel nostro paese.

In vista di questo importante appuntamento la scorsa settimana abbiamo partecipato alla pre-session (o seduta preliminare) sull’Italia organizzata dalla ong Upr Info presso il Palazzo delle Nazioni a Ginevra. In quella sede abbiamo avuto la possibilità di fornire alle delegazioni degli Stati presenti un quadro sulla situazione dei diritti umani in Italia focalizzandoci sul tema dei migranti, richiedenti asilo e rifugiati. Oltre a CILD sono intervenuti nel corso della pre-session il Comitato per la Promozione e Protezione dei Diritti Umani su National Human Rights Institution (NHRI), libertà di espressione, tutela dei giornalisti e dei difensori dei diritti umani, la Fondazione Pangea a proposito dei diritti delle donne, ACAT Italia (Azione Dei Cristiani Per L’abolizione Della Tortura) sulle condizioni di detenzione e il reato di tortura, VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo) sui diritti dei minori e l’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII sui diritti delle minoranze.

Nel nostro statement abbiamo innanzitutto illustrato gli sviluppi del quadro normativo rispetto al 2014, anno in cui è avvenuta l’ultima Revisione dell’Italia. Dall’abolizione della protezione umanitaria in seguito all’entrata in vigore del decreto Salvini allo smantellamento del sistema SPRAR (ora chiamato SIPROIMI), sono numerose le misure adottate negli ultimi 5 anni che destano preoccupazione per i diritti degli stranieri immigrati in Italia.

Un dato particolarmente allarmante è il continuo ricorso da parte dell’Italia alla detenzione amministrativa degli stranieri irregolarmente presenti sul territorio del paese. A Ginevra abbiamo sottolineato che il decreto Salvini ha esteso il precedente limite di 90 giorni per la detenzione degli immigrati a un massimo di 180 giorni, sebbene la restrizione della libertà degli stranieri non si sia mai dimostrata un mezzo efficace per favorire i rimpatri.

Tra le raccomandazioni che l’Italia ha ricevuto e accettato nel corso dell’ultima Revisione – e che non sono ancora state implementate – troviamo lo sviluppo di un sistema centralizzato di raccolta, analisi e diffusione dei dati relativi alle politiche e alle pratiche sull’immigrazione e l’attuazione di misure per combattere la discriminazione e l’intolleranza, in particolare nei confronti di musulmani, migranti e persone di origine africana.

Allo stesso tempo, però, l’Italia ha dato seguito a ulteriori raccomandazioni sul tema dei migranti, quali quelle relative alla tratta di esseri umani. Negli ultimi anni abbiamo infatti assistito all’introduzione di un Meccanismo Nazionale di Referral per le vittime di tratta e all’adozione del Piano nazionale d’azione contro la tratta e il grave sfruttamento per il periodo 2016-2018. A Ginevra abbiamo quindi invitato i recommending States a sollecitare il governo italiano a proseguire i propri sforzi per proteggere le vittime e contribuire allo sradicamento del fenomeno.

Queste alcune delle nostre raccomandazioni prioritarie:

  • Abrogare le disposizioni del decreto Salvini che minano i diritti fondamentali garantiti dal diritto nazionale, europeo e internazionale, in particolare quelle relative all’abolizione della protezione umanitaria.
  • Modificare la legislazione per consentire l’acquisizione della cittadinanza in base al principio dello ius soli e/o dello ius culturae.
  • Valorizzare l’uso di alternative alla detenzione degli immigrati, con particolare attenzione allo sviluppo di alternative non detentive e basate sulla comunità.

Leggi qui lo statement presentato alla pre-session sull’Italia e qui la Joint Submission redatta da CILD e i suoi membri.