Perché un Master in diritti umani? Scoprilo con questa intervista doppia!

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Come vi abbiamo già raccontato, abbiamo deciso di promuovere un Master di II livello in Diritti Umani e Libertà civili con l’Università Roma Tre per formare professionisti capaci di lavorare nel mondo dei diritti umani, tra advocacy, azione legale e politiche per le libertà civili.

C’è tempo per iscriversi fino al 22 dicembre sul sito dell’Università Roma Tre (dove trovate bando e istruzioni).

Ma come capire se questo Master fa per voi e dove può portarvi?

Lo abbiamo chiesto a due testimonial di eccezione: Corallina Lopez Curzi e Luna Liboni stanno percorrendo proprio questa strada professionale lavorando all’interno di CILD. Entrambe hanno esperienze di studio e lavoro in Italia e all’estero ed entrambe… coglierebbero al volo la possibilità di fare un Master come questo!

Le loro esperienze e motivazioni sono quelle che hanno molte persone che incontriamo e che speriamo che possano essere dei nostri al Master. Buona lettura! (nella foto in alto: a sinistra c’è Luna e a destra Corallina)

 

Presentati in breve: chi sei e cosa fai

Corallina Lopez Curzi: Sono Corallina e nella vita mi occupo di diritti umani. Sono coordinatrice di programma a CILD, dove lavoro soprattutto su immigrazione (anche attraverso Open Migration) e accesso alla giustizia; collaboro poi con l’associazione Antigone, dove sono membro dell’osservatorio nazionale carceri. Scrivere (soprattutto di diritti) è la mia passione e lo faccio regolarmente su Rights Info.

Luna Liboni: Sono Luna Lara Liboni, ho 25 anni e lavoro nel campo dei diritti umani occupandomi principalmente di diritti LGBTI. Al momento sono Fellow LGBTI per CILD (Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili), Co-Trainer per ORAM (the Organization for Refuge, Asylum and Migration) e volontaria del Centro Risorse LGBTI.

Qual è stata la tua formazione per arrivare fin qui? Come ti è stata utile?

LL: Dopo aver frequentato il liceo linguistico ho perseguito una laurea triennale in Scienze Internazionali e Istituzioni Europee all’Università Statale di Milano, optando per il curriculum focalizzato sulle organizzazioni e istituzioni internazionali. Dopo aver frequentato il corso di Tutela Internazionale dei diritti umani, mi sono laureata con una tesi sugli strumenti di tutela internazionale dei diritti LGBTI. Volendo continuare sulla strada dei diritti umani mi sono iscritta al Master legale (LL.M) in International Human Rights Law presso l’Irish Centre for Human Rights. In questo contesto sono riuscita a coniugare le mie due grandi passioni: il diritto internazionale dei diritti umani e l’attivismo LGBTI, finendo il mio percorso accademico con una tesi sui richiedenti asilo LGBTI in Europa. E proprio la mia ricerca in questo ambito mi ha consentito di ottenere l’internship con ORAM, con cui collaboro tutt’ora, e la fellowship con CILD.

CLC: Dopo il diploma di liceo classico mi sono iscritta al corso di laurea magistrale in giurisprudenza all’Università di Roma 3 con il programma di diventare magistrato. Ne sono uscita cinque anni dopo – con massimo dei voti e la lode per la mia tesi sull’obbligo di criminalizzazione della tortura – che mi era cambiata la vita. Volevo continuare sulla strada dei diritti umani e avevo il bisogno di assumere una prospettiva più ampia su tutto, così sono arrivata a Londra – dove ho frequentato un MA in Human Rights all’University College London (UCL) e mosso i miei primi passi nel mondo del no-profit, prima con una internship a Redress e poi con la collaborazione con Rights Info (che continuo tuttora). Il programma però era sempre stato tornare in Italia, così l’anno dopo sono tornata a casa e sono approdata – galeotta fu una call for interns – a CILD e Antigone, dove sono da ormai un paio d’anni.

Cosa avresti voluto imparare che ti è mancato?

CLC: Guardandomi indietro, avrei voluto essere esposta a una prospettiva multidisciplinare e, soprattutto, a esperienze professionali molto prima – in Italia si fa davvero troppa (ottima) teoria e poca (necessaria) pratica.

LL: Prima di tutto, studiare all’estero mi ha privata per definizione di una prospettiva nazionale sulle problematiche del mio paese d’origine, ossia l’Italia. In secondo luogo, in quanto attivista LGBTI mi è mancato poter prender parte ad un modulo focalizzato sui diritti LGBTI, offerto invece all’interno del Master CILD.

A chi consigli questo master e perché?

LL: Consiglio il Master in Diritti Umani e Libertà Civili a tutti coloro che hanno sempre sognato di avere una carriera internazionale ma non hanno mai saputo come ottenerla. A mio parere i diritti umani oggi vanno approcciati con un metodo intersezionale, e l’interdisciplinarietà dell’apprendimento offerta va a dare questa impronta. Il contatto diretto non solo con accademici ma anche con le NGO stesse permette di affacciarsi alla materia con un approccio fortemente pratico e professionalizzante. Infine, essendo il master offerto completamente in inglese, ciò permette di inserirsi nel mondo del lavoro in modo competitivo anche a livello linguistico.

CLC: Se i diritti sono la tua passione e vorresti fare del (provare a) cambiare il mondo la tua professione, ma anche se sei un difensore dei diritti umani e vuoi perfezionare le tue competenze per riuscire a fare sempre meglio, questo è il Master che fa per te. È davvero una novità nel panorama italiano con il suo perfetto mix di teoria e pratica, la sua metodologia di approfondimento multidisciplinare e innovativa e, soprattutto, l’attenzione alla professionalizzazione.

 

Vi abbiamo convinti? Ricordate: c’è tempo per iscriversi fino al 22 dicembre sul sito dell’Università Roma Tre (dove trovate bando e istruzioni). E se avete domande scriveteci a info@cild.eu!