Razzismo, la situazione in Italia nel quarto libro bianco di Lunaria

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Dal gennaio 2015 ad oggi sono stati 1483 i casi di razzismo documentati dall’Associazione Lunaria, curatrice di “Cronache di ordinario razzismo –  Quarto libro bianco sul razzismo in Italia“. La presentazione di questo report, avvenuta il 5 ottobre scorso presso la “Sala Aldo Moro” della Camera dei Deputati, è stata un’occasione unica per fare il punto della situazione sul razzismo nel nostro Paese.

L’immagine che ne risulta a termine della conferenza non è certo delle più rosee. Secondo i curatori di questa nuova edizione – per loro stessa ammissione la più difficile da redigere – il razzismo sta trovando sempre nuovo terreno e cresce con un’intensità maggiore rispetto agli anni precedenti. Più in generale c’è un peggioramento del clima politico e si respira maggiore insofferenza per tematiche sociali, come ad esempio quella relativa alla questione rifugiati.

“Il razzismo in Italia non è più soltanto ordinario, ma spudorato, ostentato e persino rivendicato”

sostiene la presidente di Lunaria Grazia Naletto, ed è necessario partire da questa affermazione per capire cosa sia successo dal Gennaio 2015 a oggi, nel tempo cioè monitorato dal Quarto libro bianco sul razzismo in Italia.

 

Cosa è cambiato in questi quasi 3 anni? Quali sono i meccanismi che hanno prodotto questa situazione? Gli invitati al dibattito, moderati da Pietro del Soldà – giornalista di Tutta la città ne parla di Rai Radio3 – hanno proposto alcuni spunti utili a trovare una chiave di lettura.

Il ruolo assunto dalla Rete ad esempio, è risultato cruciale per capire i dati raccolti nella pubblicazione. Sui social media vengono esibiti comportamenti discriminanti, l’informazione è sempre meno corretta e trovano spazio forze politiche intolleranti e apertamente xenofobe. Dalla contaminazione di questi elementi nasce un pericoloso circolo vizioso in cui comportamenti e propaganda razzista si autoalimentano. Ecco allora il caso delle donne Rom chiuse in una gabbia a Follonica con tanto di video postato in rete e le sempre più diffuse manifestazioni anti accoglienza organizzate spesso tramite il passaparola telematico.

E l’informazione tradizionale?

Ma un ruolo altrettanto centrale continua ad essere ricoperto dai mezzi di informazione tradizionale. Se da un lato si è assistito a prime pagine di giornali che hanno invitato a “cacciare l’Islam”, dall’altra la narrazione di violenze a sfondo razzista ha trovato sempre minore spazio e molto spesso ha finito per essere sminuita. Come ha fatto notare Annamaria Rivera – presente alla conferenza, ed una delle poche giornaliste ad essersi occupata del caso – pochi di noi sono venuti a conoscenza delle torture che hanno condotto alla morte Mohamed Habbas, colpevole di non aver pagato l’affitto alla compagna di uno dei suoi assassini. E che dire della tragedia di Faye Dame, – custode dell’Hotel di Rigopiano – morto a seguito della valanga e “dimenticato” dai media, che in seguito l’hanno ricordato come incensurato?

Infine, continua ad essere centrale l’elemento politico in tutte le sue sfumature. La mancanza di una legge sulla cittadinanza al passo con i tempi, l’approvazione di leggi come il decreto immigrazione Minniti-Orlando e un discorso politico che insegue e asseconda la rabbia popolare, sembrano indicare una chiara inclinazione della sfera politica attuale. Inclinazione che si ripercuote sulle percezioni dell’opinione pubblica, come ci ha dimostrato la recente ostilità – vera novità del momento – verso il lavoro delle realtà solidali come ad esempio le Ong che aiutano i migranti in mare.

Informazione, contesto culturale e politico e comportamenti della società, sono dunque queste le tre dimensioni su cui si soffermano gli autori nelle 195 pagine del report.
Dalla due ore di conferenza si esce con una profonda preoccupazione, ma anche consapevoli che le parti più sane della società e delle Istituzioni possono e devono mettere un freno al razzismo dilagante.

Un’occasione si presenta già il prossimo 13 ottobre, quando in piazza Montecitorio alle ore 16.30 si svolgerà il Cittadinanza Day, manifestazione organizzata da #Italianisenzacittadinanza e L’Italia sono anch’io per chiedere al Senato l’approvazione della riforma che introduce lo Ius Soli.