Cannabis terapeutica, i pazienti diffidano Ministero della Salute e Asl

Cannabis
Share on FacebookTweet about this on TwitterShare on LinkedInEmail to someone
Print Friendly

Dal 2007 in Italia è possibile curare alcune patologie attraverso l’utilizzo di cannabis terapeutica. Tuttavia curarsi con la cannabis è una vera e propria corsa ad ostacoli che, di fatto, rende quasi impossibile per i pazienti dare seguito a questo loro diritto. Tra i vari ostacoli c’è anche quella della difficoltà di reperire il prodotto.

Per questo, nell’ambito della campagna Non me la spacci giusta e attraverso il nostro centro di azione legale, abbiamo predisposto una lettera di diffida verso il Ministero della Salute e la Asl di competenza territoriale che, gli stessi pazienti, possono utilizzare per far valere i propri diritti.

Uno strumento che funziona

“È questo uno strumento che abbiamo già utilizzato – dichiara Gennaro Santoro, avvocato che ha predisposto la lettera di diffida – e che ha ricevuto già una risposta positiva da parte del Ministero della Salute il quale si è formalmente impegnato a reperire nel più breve tempo possibile il farmaco a base di cannabis per il paziente”.

La mancanza nell’approvviggionamento della cannabis per finalità terapeutiche è in Italia un grave problema che provoca, per i pazienti, l’impossibilità di poter rispettare i piani terapeutici. Nonostante la produzione iniziata dallo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, dalla scorsa primavera la situazione è peggiorata, senza che venissero adottate misure idonee ad evitare il protrarsi di questa grave interruzione di un servizio pubblico.

Tale carenza inoltre può costringere i pazienti a commettere reati, essendo gli stessi costretti a rivolgersi al mercato nero o a coltivare cannabis pur di non interrompere le cure prescritte, dando continuità al percorso terapeutico.

Proprio in questo senso la mancata erogazione di farmaci indispensabili per la cura delle gravi patologie di cui si è affetti, può ritenersi contraria all’art. 32 della Costituzione e può integrare l’ipotesi di reato di omissione di atti d’ufficio.

La legge sulla cannabis terapeutica è ferma al Senato

Per lo stesso motivo, il 30 novembre scorso, Cild – attraverso il coordinatore della campagna Non me la spacci giusta – insieme a pazienti, medici e tante organizzazioni della società civile, era presente al Senato della Repubblica per chiedere di approvare lo stralcio Miotto che, facendo ordine nella materia, consentirebbe anche una più capillare erogazione di farmaci a base di cannabis.

Nel frattempo, con il decreto fiscale recentemente approvato, è stato introdotto un apposito capitolo di spesa affinché venga aumentata la produzione dello stabilimento militare di Firenze e altri soggetti incaricati possano produrre cannabis a scopo terapeutico.

Questo è un primo importante passo avanti affinché il diritto alla salute venga pienamente riconosciuto. Tuttavia fino a quando questo sistema non entrerà a regime è necessario che il ministero della Salute faccia di tutto per garantire il diritto alle terapie dei pazienti.

Il modulo per la diffida si può scaricare dalla pagina “Azione” del sito Non me la spacci giusta