Tortura, stepchild, Rom e migranti – l’ONU richiama l’Italia
Sono state pubblicate oggi le raccomandazioni del Comitato Diritti Umani delle Nazioni Unite, che dal 6 al 10 marzo scorsi ha giudicato il grado di implementazione dei più fondamentali diritti umani in Italia.
In quell’occasione CILD ha presentato tre rapporti ombra, uno generale su tutte le tematiche di competenza del Comitato, uno quella più specifica delle carceri e del sistema giustizia (in collaborazione con Antigone e l’Organizzazione Mondiale contro la tortura) e un ultimo sulla privacy (in collaborazione con Transparency International).
Cosa preoccupa il Comitato
In questi rapporti evidenziavamo alcuni punti fondamentali che il Comitato ONU ha ripreso nelle sue raccomandazioni.
Andando per ordine: il Comitato solleva grandi preoccupazioni sull’incompletezza della normativa anti-discriminazione, sulla questione Rom e Sinti e sull’esigenza di portare quanto prima a compimento il percorso delle unioni civili regolamentando la stepchild adoption.
Inoltre, per quanto concerne la giustizia: è fortemente sottolineata la necessità di introdurre immediatamente il crimine di tortura nel nostro ordinamento, nonché un codice di condotta specifico per le forze dell’ordine ed imporre l’obbligo di codici identificativi. Attenzione anche alla tematica carcere, soprattutto per quello che concerne la questione sovraffollamento e il tema della sovrarappresentazione degli stranieri in carcere.
Sulla questione immigrazione il Comitato ha evidenziato come sia necessario procedere quanto prima alla eliminazione del reato di clandestinità ma anche limitare l’uso della detenzione dei migranti (assicurandosi che sia effettivamente una misura utilizzata solo in extrema ratio) e astenersi dall’effettuare rimpatri collettivi in evidente violazione del diritto internazionale – il che implica anche la necessità di rivedere gli accordi bilaterali in materia di immigrazione, partendo proprio dalla tanto contestata intesa con il Sudan, visto che il Comitato dedica specifica attenzione al caso del rimpatrio forzato dei 48 sudanesi da Ventimiglia (attualmente pendente di fronte alla CEDU). Attenzione anche alla tematica accoglienza – giudicata inadeguata e decisamente bisognosa di miglioramenti – ed alla questione specifica dei minori stranieri non accompagnati.
Attenzione inoltre anche alle tematiche del diritto alla privacy e del diritto d’accesso alle informazioni.
“Ci auguriamo che le raccomandazioni dell’ONU servano a far capire all’Italia che la priorità è il rispetto dei diritti umani”
“Le raccomandazioni del Comitato Diritti Umani delle Nazioni Unite ci ricordano quanto ancora ci sia da fare nel nostro Paese su questo terreno”. A dirlo è Patrizio Gonnella, presidente della Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili – CILD.
“Ci sono provvedimenti che da tempo la società civile italiana auspica vengano approvati, come la stepchild adoption, l’introduzione del reato di tortura, il superamento dei campi rom”.
“Il governo invece di allargare il campo dei diritti, con i decreti immigrazione e sicurezza li sta comprimendo. Ci auguriamo che le raccomandazioni dell’ONU servano a invertire l’ordine di priorità. La vera sicurezza – conclude Gonnella – passa dai diritti”.
A questo link l’elenco completo delle raccomandazioni.
Foto: United Nations Photo.