Proposta di direttiva UE sul terrorismo viola i diritti fondamentali

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Questo articolo è stato originariamente pubblicato su Liberties.eu, il sito di informazione del network European Liberties Platform, una rete informale di ONG europee che si occupano di libertà civili (e di cui CILD fa parte).

La direttiva UE sul terrorismo introduce molti reati gravi e minaccia le libertà di movimento e di espressione degli individui, secondo un gruppo di esperti di diritto europeo.

Il comitato Meijers, un gruppo di esperti legali, ritiene che la proposta della Commissione Europea di una Direttiva per combattere il terrorisme comprometta i diritti fondamentali.

La proposta della Commissione Europea di una direttiva per combattere il terrorismo, presentata il 2 dicembre 2015, non è sufficientemente documentata, espande eccessivamente la sfera del diritto penale e compromette i diritti fondamentali, secondo il Comitato Meijers, un gruppo indipendente di esperti che si occupano di ricerca e consulenza in tema di diritto penale europeo, dell’immigrazione, sui rifugiati, sulla privacy, sulla non discriminazione e sul diritto costituzionale.

Reati gravi

La proposta estende eccessivamente la sfera del diritto penale negli stati membri in tema di terrorismo, specialmente per quanto riguarda la fase preparatoria, coprendo un’ampia gamma di comportamenti che possono riguardare varie attività quotidiane, come viaggiare.

Il comitato ha espresso varie preoccupazioni specifiche per reati quali l’incitamento al terrorismo, dare e ricevere formazione per finalità terroristiche e viaggiare all’estero per scopi terroristici, dove sono in gioco diritti fondamentali come la libertà di espressione, la libertà di movimento e la non discriminazione.

Per il Comitato Meijers, la proposta non è conforme ai principi delle istituzioni europee sulla criminalizzazione e non è coordinata con le altre iniziative UE su de-radicalizzazione, dissociazione e riabilitazione.

‘Terrorismo’

C’è anche il dubbio se la proposta sia conforme al principio di proporzionalità (articolo 5 del Trattato dell’Unione Europea). La direttiva proposta non evidenzia le “lacune” e le “scappatoie” esistenti e non spiega perché le misure proposte siano necessarie.

Inoltre, il Comitato Meijers raccomanda di riconsiderare la definizione di terrorismo. Se collegata ad una gamma più ampia di reati preparatori, questa definizione può diventare problematica. La direttiva dovrebbe anche limitare le opportunità di recidiva.

Infine, la Commissione Europea non ha effettuato una valutazione dell’impatto della direttiva proposta, anche se c’è un evidente bisogno di una valutazione approfondita dell’impatto sui diritti fondamentali e di un’indagine accurata del funzionamento degli strumenti esistenti nel campo del terrorismo.

Il Comitato Meijers è composto da esperti indipendenti che sistematicamente valutano le proposte di legge europee nelle aree del diritto penale, della legislazione sull’immigrazione, sulla privacy e sulla discriminazione e la conformità ai requisiti costituzionali di uno stato democratico. Promuove un processo decisionale trasparente e cooperativo nel campo della giustizia, dell’immigrazione e delle sicurezza. Il Comitato è sostenuto da molte organizzazioni della società civile, tra cui NJCM.

I commenti del Comitato Meijers sono disponibili qui.