Galere d’Italia: ecco il dodicesimo rapporto di Antigone sulle carceri

Share on FacebookTweet about this on TwitterShare on LinkedInEmail to someone
Print Friendly

Il 15 aprile a Roma si è tenuta la conferenza stampa di presentazione di Galere d’Italia, dodicesimo Rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione nelle carceri Italiane – che questo anno è edito da Infinito Edizioni, con la prefazione di Roberto Saviano.
Nel corso della conferenza è intervenuto anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando.

Antigone è una associazione impegnata da decenni nella difesa dei diritti e le garanzie nel sistema penale e penitenziario. Una delle sue attività principali è appunto L’Osservatorio Detenzione: l’associazione, dal 1998 beneficia infatti dell’autorizzazione di entrare in tutte le carceri del paese, che gli “osservatori” visitano con cadenza regolare per presentare un rapporto obiettivo delle condizioni di vita nei luoghi di privazione della libertà.

Durante la conferenza di venerdì – illustrando luci ed ombre del sistema penitenziario italiano – sono stati presentati tutti i dati e i numeri sulla popolazione detenuta e sulla vita in carcere, evidenziandosi in questo modo i numerosi miglioramenti fatti durante l’anno scorso ma anche i punti che tuttora necessitano azioni rapide.

Le novità positive del 2015 nelle galere d’Italia: la riduzione del sovraffollamento, l’istituzione del Garante Nazionale, la crescita delle misure alternative con corrispondente riduzione della recidiva

Tra i miglioramenti registrati:

  • è stato finalmente istituito il Garante Nazionale delle Persone Detenute, nella persona di Mauro Palma;
  • il tasso di detenzione è nella media europea e sono in calo i numeri dei reati (in Italia, insomma, si delinque di meno che in passato);
  • è in fortissima crescita l’istituto della messa alla prova, che ha impedito una nuova ondata di ingressi penitenziari;
  • il tasso di recidiva è pressoché pari a zero laddove si fa uso di misure alternative alla detenzione e braccialetto elettronico;
  • circa il 95% dei detenuti in media sicurezza ha la possibilità di trascorrere 8 ore al giorno fuori dalla propria cella (anche se purtroppo spesso è carente l’offerta di attività).

Le problematiche da affrontare nel 2016: c’è ancora tanto da fare (tra sovraffollamento, stranieri, abuso della detenzione cautelare e legge sulle droghe)

Tra i nodi critici segnalati:

  • il problema del sovraffollamento, seppure significativamente ridotto, non è ancora risolto (stiamo al 108% a livello nazionale) e 9 mila detenuti vivono tuttora al di sotto degli standard minimi europei;
    affollamento
  • rimane troppo ampio l’utilizzo della detenzione cautelare (sopratutto con riferimento agli stranieri, penalizzati dalla “sfiducia” dell’ordinamento nei loro confronti) – e questi sono gli effetti evidenti di una giustizia troppo lenta;
  • la criminalizzazione delle droghe ci costa quasi 1 miliardo di euro all’anno;
  • il bilancio dell’amministrazione penitenziaria rimane alto e poco efficiente (con l’80% assorbito dalle spese di personale e solo un misero 8% riservato alle spese per i detenuti);
    costi
  • nonostante la legge ne avesse imposto la chiusura entro marzo 2015, sono ancora aperti 4 Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG) e non è bastato nemmeno il commissariamento delle regioni responsabili a risolvere il problema; si continua poi a fare utilizzo di sistemi di contenzione nei reparti psichiatrici degli istituti penitenziari;
  • vi sono casi di morte a seguito di presunta violenza che restano senza risposta (come è per Stefano Borriello, Alfredo Liotta e Giuseppe Rotundo).

Si è parlato anche dei da poco conclusi Stati Generali sull’Esecuzione Penale, che sono stati un’importante e innovativa occasione di partecipazione democratica alle scelte istituzionali in materia di esecuzione penale (a cui Antigone ha preso parte attivamente, condividendo o molte delle valutazioni finali assunte nei Tavoli di lavoro e contrastandone altre). L’esito finale dovrà ora incrociarsi con la discussione parlamentare del disegno di legge delega del Governo per la riforma dell’ordinamento penitenziario, approvato alla Camera e al momento fermo al Senato: per questo, sottolinea l’Associazione, è necessario mantenere alta l’attenzione.

Per approfondire ulteriormente: