#MeAndMyRights: ecco come difendere i nostri diritti

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Cosa possiamo fare per difendere i nostri diritti fondamentali? Questo articolo di Israel Butler per Liberties.eu prova a spiegarlo, chiedendoci di supportare le due raccomandazioni in materia presentate dal network European Liberties Platform, una rete informale di ONG europee che si occupano di libertà civili (e di cui CILD fa parte).

Gli orrori della Seconda Guerra mondiale hanno sconvolto i nostri governi a tal punto da spingerli a istituire degli standard basilari per la protezione dei diritti di tutti gli esseri umani. Oggi però alcuni governi stanno cercando di indebolire quei valori che hanno consentito alle nuove generazioni di Europei di vivere in pace, prosperità e libertà. Lo stato di diritto, la democrazia e i diritti fondamentali sono sempre più sotto attacco – prima in Ungheria, poi in Spagna e ora in Polonia. Nonostante i governi dell’UE abbiano promesso di rispettare questi valori, l’Unione ha poteri limitati per garantire la loro protezione.

La Commissione Europea ha creato una procedura legale che consente di svolgere indagini e rivolgere raccomandazioni ai governi. Tuttavia la Commissione non sta utilizzando tali suoi poteri in maniera frequente: nonostante vari paesi abbiano commesso e stiano tuttora commettendo gravi violazioni, la procedura è stata infatti usata soltanto una volta.

Controlli periodici

Per garantire che tutti i paesi europei siano trattati allo stesso modo e per impedire che le violazioni dei diritti umani si diffondano, il Parlamento Europeo ha chiesto un monitoraggio regolare di tutti i paesi membri dell’UE. Nell’estate 2016 il Parlamento Europeo dovrebbe infatti approvare una risoluzione con cui chiederà alla Commissione Europea di creare un meccanismo che valuti periodicamente le condizioni dello stato di diritto, della democrazia e dei diritti fondamentali in ciascun paese UE.

Sfortunatamente, la Commissione– che è l’istituzione UE con il potere di proporre nuove leggi – ha più volte fatto presente al Parlamento Europeo di non condividere questa idea. I membri della European Liberties Platform hanno quindi presentato alcune raccomandazioni al Parlamento Europeo su come potrebbe promuovere e proteggere i valori fondamentali dell’UE usando i suoi stessi poteri, a prescindere dall’intervento della Commissione.

Cosa dovrebbe fare il Parlamento Europeo?

  • Usare i poteri a sua disposizione ai sensi del Protocollo 1 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea e il suo Regolamento di Esecuzione per creare un dialogo interparlamentare sui diritti, quale meccanismo per tutelare i valori fondamentali UE.
  • Attraverso questo dialogo, il Comitato per le Libertà Civili, la Giustizia e gli Affari Interni (LIBE) del Parlamento Europeo dovrebbe incontrare individualmente ogni due anni le rispettive commissioni istituite all’interno dei 28 parlamenti nazionali. Il dialogo dovrebbe focalizzarsi su una sintesi di risultati e raccomandazioni presentati dai meccanismi di monitoraggio esistenti – ONU, Consiglio d’Europa, Agenzia per i Diritti Fondamentali dell’UE  – così come dalle informazioni supplementari più significative fornite dalla società civile.
  • Nel corso del dialogo, il Comitato LIBE dovrebbe presentare raccomandazioni alle relative commissioni nazionali. Tali commissioni dovrebbero poi inserire tale raccomandazioni nell’agenda dei parlamenti nazionali e in seguito riportare al Comitato LIBE.
  • In occasione del confronto tra Comitato LIBE e commissioni nazionali, i parlamenti nazionali dovrebbero presentare delle raccomandazioni al Comitato su come migliorare gli archivi UE sui diritti umani.
  • Quando il Comitato LIBE individua delle criticità diffuse tra gli Stati Membri, dovrebbe affrontarle:
    a) preparando dei rapporti;
    b) predisponendo finanziamenti UE e assistenza tecnica per affrontare tali questioni; c) dando priorità allo sviluppo di indicatori dei diritti fondamentali su questi temi.

Qui è possibile leggere l’intero documento, “Come il Parlamento Europeo può tutelare i valori fondamentali dell’UE: dialogo interparlamentare sui diritti”.

Migliorare il dialogo

Anche il Consiglio dell’UE – che è la sede in cui i ministri nazionali si incontrano per decidere le leggi e le politiche dell’UE – ha adottato alcune misure (piuttosto modeste) per proteggere i diritti fondamentali dell’UE, istituendo cioè un “dialogo” annuale tra i governi sullo stato di diritto. Tuttavia nella loro attuale configurazione questi dialoghi annuali difficilmente possono effettivamente aiutare a tutelare i diritti fondamentali (per esempio, in base alle presenti disposizioni, ai governi non è nemmeno richiesto di apportare miglioramenti).

I membri della European Liberties Platform hanno presentato varie raccomandazioni all’UE anche su come rendere più efficace il dialogo sullo stato di diritto.

Gli incontri tra i governi nazionali al Consiglio dovrebbero:

  • Aumentare la durata prevista del dialogo e/o considerare di razionalizzare il tempo disponibile dividendo gli Stati Membri in gruppi di lavoro (gli Stati Membri dovrebbero cioè essere collocati in uno specifico gruppo di lavoro in maniera casuale).
  • Scegliere una focus tematico per ogni dialogo. E’ necessario usare il dialogo per identificare le criticità affrontate dagli Stati Membri relativamente al singolo tema, in riferimento ai risultati dei meccanismi di monitoraggio esistenti – ONU, Consiglio d’Europa, Agenzia per i Diritti Fondamentali UE– così come dalle informazioni supplementari fornite dalla società civile ed esaminare come le infrastrutture nazionali dello stato di diritto– giurisdizione, Istituzioni Nazionali per i Diritti Umani, media, società civile– stiano contribuendo o meno a sostenere lo stato di diritto in quest’area.
  • Inserire le infrastrutture nazionali dello stato di diritto e gli organismi regionali e internazionali sui diritti umani in un percorso di preparazione al dialogo.
  • Garantire uno scambio genuino di opinioni durante il dialogo, stimolando gli Stati Membri a fare domande, presentare buone pratiche e fare raccomandazioni che possano essere fatte proprie dai pari.
  • Facilitare l’implementazione delle raccomandazioni istituendo/identificando un fondo a sostegno delle infrastrutture dello stato di diritto, offrendo assistenza tecnica agli Stati Membri e chiedendo loro di riferire in seguito sull’implementazione delle raccomandazioni.

Leggi qui il documento completo “Dialogo sullo stato di diritto: 5 idee per le future presidenze UE”.

Se vuoi che i governi europei rispettino le loro promesse di sostenere lo stato di diritto, la democrazia e i diritti fondamentali, scrivi ai membri del tuo parlamento nazionale e ai ministri del tuo governo chiedendo loro di sostenere queste due importanti raccomandazioni!