Ti presento la CILD: Diritto di Sapere

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Capita a tutti di aver bisogno di informazioni e documenti da una pubblica amministrazione. Che sia il proprio comune, un ministero o un’agenzia, il procedimento risulta però quasi sempre tortuoso e spesso fallimentare.

Eppure, molti non sanno che ottenere documenti e informazioni dalle pubbliche amministrazioni è un diritto umano ampiamente riconosciuto a livello internazionale: sia l’ONU (all’art.19 Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo) che l’Unione Europea (agli artt. 11 e 42 della Convenzione Europea dei Diritti Umani) collegano questo diritto alla libertà di espressione.

Per questo nel 2012 abbiamo dato vita a Diritto Di Sapere, un’organizzazione senza fini di lucro con sede a Milano e con un obiettivo chiaro e definito: tutelare il diritto di cittadini, giornalisti e attivisti, di accedere alle informazioni detenute dalle pubbliche amministrazioni. L’accesso alle informazioni, infatti, è per noi non solo essenziale garanzia di trasparenza ma anche uno strumento straordinario di libertà individuale, utile per combattere la corruzione e sostenere lo sviluppo economico.

L’Italia in questo campo è ancora molto indietro: nell’RTI Rating, l’indice che misura l’accessibilità delle informazioni a livello mondiale, siamo finalino di coda: 97esimi su 103. In moltissimi altri Paesi esistono i cosidetti FOIA (Freedom Of Information Act), leggi specifiche a tutela del diritto di accesso: si tratta di strumenti di democrazia e trasparenza utilizzati quotidianamente da giornalisti e cittadini.

 

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Nel 2014 abbiamo, dunque, lanciato insieme ad altre 31 organizzazioni la campagna FOIA4Italy. La richiesta è semplice ma allo stesso tempo ambiziosa: dotare l’Italia di una legge che garantisca un ampio accesso alle informazioni con procedure semplici e costi nulli per il cittadino. Individuando 10 punti che riteniamo essenziali in un FOIA, abbiamo scritto una proposta di legge che abbiamo presentato all’intergruppo parlamentare Innovazione: l’On. Ascani ha proposto un emendamento alla riforma della Pubblica Amministrazione che ha garantito al Governo il mandato per approvare un decreto legislativo che regoli il diritto di accesso.

Dopo l’interruzione dei lavori per il periodo natalizio, il Consiglio dei Ministri del 22 gennaio potrebbe finalmente essere quello che voterà il primo Foia italiano: FOIA4Italy vigilerà non solo affinché passi il miglior testo possibile ma anche affinché la legge venga pienamente applicata nelle pubbliche amministrazioni.

Diritto Di Sapere non si occupa, però, solo di advocacy ma anche di formazione e assistenza ai richiedenti. Per questo abbiamo realizzato in collaborazione con Access Info Europe una versione italiana del LegalLeaks, il manuale sul diritto di accesso. Inoltre, organizziamo workshop nei quali spieghiamo come utilizzare nella pratica il diritto di accesso: ne abbiamo realizzati diversi per giornalisti, uno per le ONG parte di CILD ma ne organizzeremo altri per i cittadini.

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Nel Febbraio del 2015 abbiamo, poi, lanciato Chiedi, una piattaforma per inviare richieste d’accesso alle pubbliche amministrazioni italiane. Ogni richiesta inviata dagli utenti rimane  pubblica creando, così, un archivio che permette ai cittadini di imparare a esercitare il proprio diritto di accesso in maniera efficace e garantendo una maggiore disponibilità di informazioni e documenti. La nostra piattaforma fa parte di una rete più ampia che si chiama Alaveteli, dal nome del software open source sviluppato dalla ONG britannica mySociety, eccellenza nello sviluppo di progetti di civic technology.

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La strada è ancora lunga: sarà difficile abbattere le resistenze di una cultura della segretezza burocratica e solo il tempo ci mostrerà l’impatto dei decreti della Riforma Madia sull’operato delle pubbliche amministrazioni.

Siamo, però, convinti che se cittadini, giornalisti e attivisti sono più consapevoli del loro diritto di accesso alle informazioni e si impegnano a esercitarlo, un cambiamento radicale dell’operato sarà inevitabile.