Oscar a Citizenfour, il documentario che ha rivelato l’attacco alla nostra privacy

Oscar a Citizenfour, il documentario su Snowden e il Datagate
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Gli Oscar 2015, tenutisi nella notte italiana, hanno portato l’Oscar per il Miglior Documentario a Citizenfour, il film che Laura Poitras ha realizzato sulla vicenda di Edward Snowden e del Datagate.

I documenti che Snowden ha portato all’opinione pubblica, a partire dal giugno 2013, mostrano che l’agenzia americana National Security Agency (NSA) raccoglie i metadati telefonici (numero del chiamante e del chiamato, localizzazione, durata delle chiamate, numeri di serie dei telefoni coinvolti) di milioni di utenti, e dunque di cittadini – e senza autorizzazione giudiziaria.


Successivi documenti hanno rivelato
che moltissimi governi e aziende tecnologiche collaborano con gli Stati Uniti e che, in diversi casi, il governo americano si appropria di dati che non vengono loro ceduti.

Una vera e propria forma di sorveglianza, un vero e proprio attacco alla privacy dei cittadini inconsapevoli, spesso giustificata con la lotta al terrorismo, sicuramente non limitata agli individui sospettati ma estesa a milioni di persone.

Su Wired Italia il giornalista Fabio Chiusi scrive del documentario:

È qui che viene ritratto per la prima volta non Edward Snowden l’intervistato, il whistleblower o la “talpa“, l’”eroe” o la “spia“, ma l’uomo, la sua condizione di uomo in fuga dal mondo libero per preservarne la libertà, ma anche dalla sua vita – e dunque dagli affetti, dalla sua casa – per mantenersi in vita. È la sua storia ma, lo sentiamo sulla pelle con lo scorrere dei minuti, anche la nostra. La storia di una umanità assediata, costretta a fuggire e nascondersi per dire verità scomode, proprio come si fugge e ci si nasconde dove il dissenso e la critica non sono tollerati; ma, sempre più, costretta a nascondersi e basta, perché la macchina del controllo guarda e registra ogni cosa, e tra i suoi ingranaggi siamo tutti sospetti.

 

Snowden oggi vive in Russia, dove ha ottenuto asilo temporaneo, e non può viaggiare perché gli Stati Uniti ne hanno revocato il passaporto. Ecco le sue dichiarazioni quando ha saputo del premio:

“Quando Laura Poitras mi ha chiesto se poteva filmare le nostre conversazioni sono stato estremamente riluttante ad accettare. Le sono davvero grato per avermi convinto a farlo. Il risultato è un film coraggioso e acuto, che merita gli onori e riconoscimenti che ha ricevuto. La mia speranza è che questo premio spinga più persone a vedere il film e ad essere ispirate dal messaggio che i comuni cittadini, lavorando insieme, possono cambiare il mondo”.

Questa è la petizione in cui l’American Civil Liberties Union, che difende Snowden, chiede al presidente Obama la grazia per Snowden, accusato di vari reati, tra cui lo spionaggio.