Ti presento la CILD: Magen David Keshet Italia
Magen David Keshet Italia (MDKI) è la prima organizzazione indipendente ebraica LGBT italiana, affiliata al World Congress of LGBT Jews (Keshet Ga’avah) – il network mondiale che collega le più importanti realtà LGBT ebraiche attive in Nord e Sud America, Europa e Israele – e alla CILD. MDKI si propone di promuovere all’interno delle comunità ebraiche, e non solo, la piena uguaglianza delle persone LGBT in coerenza con il principio ebraico di Tikkun Olam, cioè di riparare il mondo, correggendo per quanto umanamente possibile le ingiustizie.
Come nasce l’associazione MDKI e qual è la sua missione?
La nostra associazione nasce nel 2015 dall’esigenza di creare un “luogo” di incontro, dibattito, di aggregazione e protezione per quegli ebrei/e omosessuali che non accettano il ghetto della paura, del peccato e della vergogna. Nasce quindi per supportare i giovani che sentono questa emancipazione come unica soluzione alla loro diversità e devono affrontare questo processo in famiglia e con gli amici e nella comunità ebraica.
Crediamo che si possa essere ottimi ebrei pur vivendo con gioia la propria omoaffettività. Nessuno deve dover rinunciare a una parte importante di sé: alla propria personalità per vivere ed essere accettati nella comunità ebraica , oppure abbandonare la comunità per vivere serenamente la propria vita personale e affettiva. Per noi la soluzione è la terza via, perché essere ebreo/a e omosessuale non sono due cose in contraddizione tra loro ma assolutamente complementari.
Così come successo nel nord America già 40 anni fa, poi in Europa del nord, sud America e in Israele, anche noi in Italia abbiamo voluto creare un’associazione ebraica LGBT, con l’intento di diffondere i nostri principi, le nostre idee, le nostre ambizioni, cercando ove possibile la collaborazione delle comunità ebraiche.
Quali sono le attività dell’associazione?
Le nostre attività sono variegate, da quelle legate alla tradizione ebraica – le feste più importanti del nostro calendario, festeggiate con i nostri partner e amici anche non ebrei – a quelle politiche di supporto al movimento LGBT nazionale e di sostegno a tutti coloro che manifestano per il riconoscimento dei diritti civili di ognuno. In seno al Congresso Mondiale Ebraico LGBT, che a livello mondiale organizza anch’esso attività dello stesso tipo. Vigiliamo affinché all’interno delle comunità ebraiche non si verifichino atti di omofobia e forme di antisemitismo e/o antisionismo all’interno del movimento LGBT italiano. In questo la nostra doppia affiliazione, con il WC of LGBTJ e con CILD, ci aiuta ad esprimere al meglio la nostra azione politica e attivismo. Tutto ciò è parte fondamentale della premessa del nostro statuto.
Cosa vi motiva nel lavoro?
Sicuramente il grande seguito di ebrei anche non omosessuali sia a Roma che nel nord Italia, così come l’interesse delle altre associazioni LGBT a organizzare attività insieme, segno di grande ammirazione e rispetto. Questo interesse si è manifestato fin da subito, quando già all’indomani della apertura della pagina di FB ottenemmo 100 likes – oggi siamo a oltre 1000.
Ciò ci da ragione sull’intuizione che avemmo oltre due anni fa: il grande desiderio delle gente di sapere di più circa l’omosessualità e di conoscere delle realtà fino allora sconosciute alla massa. Questo interesse è enorme all’interno delle comunità ebraiche, soprattutto ortodosse, dove l’omosessualità viene ancora intesa come uno dei mali peggiori per un ebreo, e come questo principio viene mantenuto vivo. In alcune comunità ebraiche reform l’omosessualità, pur non essendo considerata un abominio alla stregua di quelle ortodosse, si verificano comunque forme di omofobia che impongono ai membri omosessuali una presenza molto discreta e senza nulla a pretendere. Su questo fronte abbiamo lavorato molto in questi ultimi anni ottenendo già grandi successi ma resta ancora molto da fare.
Quali difficoltà e sfide incontrate quotidianamente?
Le difficoltà incontrate, a fronte dell’entusiasmo di tutti noi, sono state finora veramente poche. Una maggiore disponibilità economica ci permetterebbe di pianificare il futuro prossimo con molta più serenità, mentre al momento possiamo contare sulle quote dei nostri iscritti e sottoscrizioni volontarie.