CILD al Comitato Diritti Umani ONU sull’operato dell’Italia
Una forte critica all’attuale approccio su migrazione e rimpatri, la necessità di una legge sulla cittadinanza, la “stepchild adoption”, l’introduzione del reato di tortura: sono alcuni dei temi chiave che la CILD porta al Comitato Diritti Umani ONU (Human Rights Committee), riunito a Ginevra in questi giorni e che esaminerà l’operato dell’Italia circa il rispetto dei diritti politici e civili.
Nel corso di questa settimana CILD presenterà tre “rapporti ombra” che esaminano aspetti critici e ritardi delle politiche italiane: si parlerà di CIE, hate speech e stepchild adoption, ma anche di privacy e sorveglianza, detenzione e reato di tortura (ancora non esistente in Italia, nonostante numerosi casi ne rendano evidente la necessità).
Due delle relazioni sono presentate congiuntamente con Associazione Antigone e con l’inglese Privacy International.
L’attenzione verrà portata anche sulle espulsioni di massa, come quella di 48 sudanesi nell’agosto 2016 (con un ricorso in atto alla Corte Europea dei Diritti dell’uomo) e al cosiddetto “approccio hotspot”, caratterizzato da violazioni sistematiche dei diritti umani.
Ecco i testi dei nostri rapporti:
Il rapporto di CILD al Comitato Diritti Umani ONU.
Il brief di CILD al Comitato Diritti Umani ONU.
Lo statement di CILD al Comitato Diritti Umani ONU.
Il rapporto congiunto CILD-Privacy International
Il rapporto congiunto CILD-Antigone
Copertina: Riunione dello Human Rights Council. Ginevra. Foto: United States Mission Geneva