Il “reato universale” di GPA: intervista a Gianfranco Goretti
– Di Marco Biondi
Il 16 ottobre è stato definitivamente approvato in Senato il disegno di legge che introduce il reato universale di “gestazione per altri (GPA)”, di fatto criminalizzando i cittadini italiani che ricorrono a questa pratica all’estero, in quei paesi che invece la hanno regolamentata. Prima della votazione finale i venti emendamenti al testo presentati dai partiti dell’opposizione sono stati tutti respinti dalla maggioranza dei senatori che sostengono il governo Meloni. La legge italiana prevedeva infatti già il reato per “chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità”, con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600 mila a un milione di euro. Rendere un reato “universale” fa sì che le pene riguardino anche i cittadini italiani che ricorrono alla gestazione per altri all’estero. Questa legge non fa alcuna distinzione tra paesi in cui la GPA è regolamentata in maniera da tutelare le donne gestanti e paesi in cui non lo è. Come riporta il Post, “al momento molte coppie italiane si trovano già all’estero, in attesa della nascita di bambini e bambine insieme alle donne gestanti in avanzato stadio di gravidanza: molte di loro si chiedono se una volta rientrate in Italia con i figli e le figlie verranno arrestate o indagate”.
Secondo Gianfranco Goretti, attivista di Famiglie Arcobaleno e insegnante, che si è occupato della repressione dell’omosessualità in Italia durante il nazifascismo, il clamore attorno a questa legge è nato nel momento in cui le famiglie omogenitoriali sono entrate nel dibattito pubblico, grazie a quante si sono esposte raccontando le proprie storie e rivendicando la mancanza di diritti. “Quando quasi 20 anni fa è nata l’associazione Famiglie Arcobaleno non c’era alcun riconoscimento per le coppie omosessuali e tantomeno per i genitori. La nostra battaglia ha portato a qualche risultato e, evidentemente, ha creato un movimento di reazione molto forte: probabilmente per qualcuno l’attacco alle famiglie arcobaleno significava avere un tornaconto a fini elettorali, ponendo ostacoli in vari modi fino ad arrivare a questa legge, visto che anche se il 90% delle famiglie che iniziano la GPA sono coppie eterosessuali, quando parliamo di questa pratica pensiamo soprattutto alle coppie di due padri”.
Sebbene infatti l’opinione pubblica e le forze politiche più reazionarie si concentrino principalmente sulle coppie omogenitoriali per contrapporre la propria idea di famiglia “tradizionale” o “naturale”, i dati statistici mostrano come l’opposizione a questa pratica vada infatti a penalizzare maggiormente le coppie eterosessuali, dove, ad esempio, la donna non può avere figli o ha patologie che mettono la sua vita a rischio in caso di gravidanza. Il Post ha intervistato una coppia eterosessuale italiana che ha avviato un percorso di GPA in California perché la donna, descritta con un nome di fantasia per richiesta di privacy, non poteva portare avanti una gravidanza a causa della sindrome di Rokitansky, una malattia rara per cui si nasce senza utero. La coppia si trova attualmente in California e si è confrontata con i propri legali per capire cosa potrebbe succedere una volta che rientreranno in Italia.
A ricorrere alla GPA vi è stato anche uno dei miliardari più ideologicamente vicini al governo Meloni e in procinto di avere un ruolo politico nel cabinet della seconda presidenza di Donald Trump. Elon Musk, che è stato ospite al festival di Atreju nel 2023 per parlare di natalità e calo demografico, è infatti diventato padre di almeno sei dei suoi undici figli tramite la gestazione per altri.
Ma quale ruolo ha avuto l’informazione rispetto alla genesi di questa legge? Secondo Goretti, in parte la stampa dà voce alle posizioni più reazionarie, ma d’altra parte è un dibattito che si è aperto grazie allo spazio che hanno conquistato sui media le famiglie arcobaleno, senza il quale non ci sarebbe stato questo accanimento. “Laddove ci è stato possibile parlare in maniera onesta e libera, noi lo abbiamo fatto. Venti anni fa c’erano più pregiudizi sulla GPA, adesso alcuni hanno rivisto le proprie posizioni in modo più aperto, anche se rimane una parte dell’opinione pubblica che la ritiene una pratica da punire pesantemente”.
Anche se ci sono posizioni diverse sulla GPA all’interno dei partiti di opposizione come il PD, per Goretti la responsabilità politica di questa legge ricade principalmente sulla maggioranza di governo, con cui non c’è mai stato un incontro o alcuna forma di dialogo. “Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia non hanno mai voluto incontrarci per capire quali sono le nostre esigenze”. Goretti ha inoltre descritto il rapporto con Nancy – la donna gestante americana che ha partorito entrambi i suoi figli – come una relazione speciale, diversa da quelle amicali e parentali: “Pur non potendo vederci spesso, rimaniamo in contatto online per aggiornarci sulla vita quotidiana, sui nostri problemi. Per i nostri figli è diverso, ma costruiranno la loro relazione in modo indipendente da noi, sapendo la storia di Nancy”.
Come spiega Pagella Politica, “la gestazione per altri, nota anche come “maternità surrogata” o “utero in affitto”, è una forma di procreazione medicalmente assistita in cui una donna si assume l’obbligo di portare a termine una gravidanza per conto di un’altra persona single o di una coppia. La surrogazione può essere tradizionale, nel caso in cui l’ovulo fecondato sia quello della donna che porterà a termine la gravidanza (e quindi sarà pure la madre biologica del bambino), o gestazionale, nel caso in cui la donna si presti a portare a termine la gravidanza dopo l’impiantazione di un ovulo appartenente a un’altra donna. In questo caso la gestante non ha quindi alcun legame genetico con il bambino. Entrambi i gameti possono poi provenire o dal futuro padre o madre legale, oppure da donatori, dando spazio a vari scenari”.
La Corte Costituzionale si esprimerà sulla costituzionalità della legge. In una sentenza del 2021 aveva sollecitato il Legislatore a individuare soluzioni per regolare lo status giuridico dei bambini nati all’estero da genitori italiani tramite gestazione per altri, sottolineando “l’attuale situazione di insufficiente tutela degli interessi del minore”. Resta da vedere se la legge approvata dal Senato risponda o meno a tale richiesta, anche alla luce della posizione espressa dalla Corte nel 2017, che aveva definito la gestazione per altri una pratica “che offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane”.
Nonostante quella sulla Gestazione per Altri non sia una battaglia solo delle coppie omogenitoriali, ma che riguarda in primo luogo le famiglie composta da un uomo e una donna, l’associazione Famiglie Arcobaleno ha organizzato diverse proteste in varie città italiane, ribadendo il carattere infamante e discriminatorio di un “fantareato inapplicabile nella realtà”. Alessia Crocini, presidente dell’associazione, ha dichiarato in un comunicato stampa: “Dopo le impugnazioni dei certificati di nascita e le mozioni contro l’educazione alle differenze nelle scuole, continua la crociata delle destre contro i diritti civili e il pluralismo delle famiglie, contro il loro diritto di pensare la loro vita e le proprie scelte secondo le loro caratteristiche e le loro inclinazioni. In un paese a natalità zero, con la Legge Varchi il governo di destra vuole impedire a nuove vite di venire al mondo e getta il peso di una colpa che non esiste su migliaia di bambini e bambine, ma anche uomini e donne, che vivono nel nostro Paese. Siamo di fronte all’ennesima legge ideologica che vuole limitare l’autodeterminazione delle persone e il formarsi di nuove famiglie, un regalo alle associazioni Pro vita e alle associazioni di religiosi fanatici che questo governo supportano, all’interno di una rete internazionale che va da Trump a Orban, passando da Putin. Noi come Famiglie Arcobaleno non ci fermeremo e continueremo la nostra battaglia nei tribunali e nelle piazze. Lotteremo ogni giorno per affermare la bellezza e la libertà delle nostre famiglie e dei nostri figli e figlie”.