CHIUSI IN GABBIA: viaggio nell’inferno del CPR di Ponte Galeria

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Il Rapporto “Chiusi in gabbia: viaggio nell’inferno del CPR di Ponte Galeria”, presentato da CILD il 6 novembre 2024 presso la Sala Sassoli di Palazzo Valentini, denuncia le condizioni di trattenimento e le violazioni sistematiche dei diritti nel Centro di Permanenza per i Rimpatri (CPR) di Ponte Galeria a Roma. Il Rapporto è frutto delle informazione raccolte tramite apposite istanza di accesso civico generalizzato rivolte a tutte le istituzioni competenti (Questura, Prefettura, ASL), nonché attraverso delle attività ispettive effettuate, negli ultimi mesi, nel Centro romano.

A riguardo, importante si è rivelata l’ispezione effettuata, con la deputata Rachele Scarpa, il 18 giugno 2024. Durante l’attività ispettiva, è stato possibile accertare condizione indegne di detenzione; visionare il registro degli eventi critici e accertarne le lacunosità ed i rischi di manomissione, acquisire le cartelle sanitarie delle persone detenute e la bolla dei farmaci acquistati, da cui si evidenzia un chiaro abuso nell’acquisto e nella somministrazione di psicofarmaci

Nel corso della gestione del CPR di Ponte Galeria da parte della multinazionale ORS (2021-oggi) le attività di vigilanza delle autorità competenti si sono rivelate del tutto inadeguate: (i) la ASL ha dichiarato di aver svolto, in questi 3 anni, una ispezione, solo perché sollecitata dalla Procura della Repubblica di Roma; (ii) la Prefettura si è limitata a svolgere solo 6 sopralluoghi, irrogando ad ORS decreti di penalità per un complessivo di 47.359 euro a causa delle gravissime criticità riscontrate (es. mancata distruzione dei beni di prima necessità; problematiche riguardanti la conservazione e qualità del cibo; mancata informatizzazione dell’ambulatorio e irregolare compilazione della documentazione sanitaria: quest’ultima solo dopo che l’ex Garante aveva presentato esposto in Procura per il rischio le lacune ed i rischi di manomissione dei registri degli eventi critici). Inoltre, la stessa Prefettura, nel corso delle attività di controllo e verifiche sull’esecuzione del contratto di gestione (periodo febbraio 2022-giugno 2023) ha disposto decurtazioni per un costo complessivo 110.989 euro per la parziale distruzione del Kit di 1° ingresso e per la violazione della Tabella di dotazione minima di personale. Siamo fortemente convinti della totale insufficienza delle ispezioni effettuate dalla Prefettura (6 sopralluoghi in 3 anni) e che l’autorità prefettizia avesse tutto il potere per procedere alla risoluzione del Contratto, avendo la multinazionale ORS sistematicamente violato i diritti delle donne e degli uomini reclusi a Ponte Galeria. 

In un momento di recrudescenza delle politiche repressive e criminogene in materia di immigrazione, è essenziale porre in essere una battaglia per contrastare ogni luogo di detenzione amministrativa. A partire dal CPR di Ponte Galeria e da una società civile presente nella città di Roma che deve richiederne a gran voce la chiusura, dando un concreto sostegno alle persone detenute che quotidianamente mettono in campo pratiche di resistenza.

Siamo consapevoli che il Campidoglio -dopo la morte di Ousmane Sylla- abbia preso posizione per la chiusura del CPR di Ponte Galeria e, a riguardo, chiediamo alla Giunta e all’Assemblea Capitolina di dare seguito a quella mozione. In particolare:

 

  1. Aderire all’azione popolare promossa dal mondo accademico con cui si richiede al Ministero dell’Interno l’effettiva chiusura del CPR di Ponte Galeria;
  2. Commissione per la chiusura di Ponte Galeria
    Chiediamo di continuare, in forma pubblica e in presenza, le sedute tematiche sulla chiusura del CPR di Ponte Galeria. Nello specifico ciò che richiediamo è che tali audizioni possano riguardare: (i) le comunità razzializzate e le persone che hanno subito la detenzione nel CPR di Ponte Galeria; (ii) le associazioni della società civil; (iii) chi, a vario titolo, è coinvolto nella gestione del CPR di Ponte Galeria: la società ORS; la Prefettura; la Questura; la ASL, cui si dovrà chiedere conto della violazione sistematica dei diritti delle persone detenute in tale luogo. La necessità che tali audizioni siano pubbliche ed in presenza deriva proprio dal bisogno di aprire uno spazio cittadino di confronto su ciò che accade a Ponte Galeria e di accelerarne il processo di chiusura;
  3. Attività di monitoraggio dei Centri di accoglienza per minori
    La drammatica presenza di tantissimi neomaggiorenni nel CPR di Ponte Galeria non può non interrogare il Campidoglio e tutte le istituzioni competenti sul funzionamento del  sistema di accoglienza per minori stranieri non accompagnati e per neomaggiorenni. Vi è, infatti, l’estrema urgenza di potenziare tale rete,  di monitorare i servizi che vengono erogati in tali strutture e, soprattutto, di evitare -che al 18° anno di età- un ragazzo possa ricevere come regalo di compleanno, il fatto di essere sbattuto per strada e di ritrovarsi nel CPR di Ponte Galeria;
  4. Potenziamento e attivazioni di sportelli nelle carcere
    Supportare il potenziamento e/o l’attivazione di sportelli dedicati alle migrazioni negli istituti penitenziari romani, al fine di consentire che gli stranieri detenuti possano avviare dei percorsi di regolarizzazione ed evitando che -al termine della pena- subiscano una ulteriore afflizione della detenzione amministrativa;
  5. Presa in carico delle persone rilasciate dal CPR di Ponte Galeria
    Nel 2023 sono state rilasciate dal CPR di Ponte Galeria 877 persone, tra cui 37 donne, sono state rilasciate sul territorio e sono finite per ingrossare file delle persone invisibili della città di Roma, abbandonate per strada, senza nessuna forma di assistenza, costrette a divenire dei e delle “senza dimora” e, in alcuni casi, a ritornare -dopo poco- nuovamente nelle maglie della detenzione amministrativa. Reputiamo necessario che il Comune di Roma effettui un necessario raccordo con gli uffici questorili presenti nel CPR di Ponte Galeria, al fine di garantire una  presa in carico di tutte le persone che sono rilasciate dal Centro, ovviamente tenendo conto della volontà e delle singole esigenze delle persone rilasciate. lazioni – ove presente – e di dotarle degli strumenti per l’avvio di percorsi di autonomia;
  6. Immediato svuotamento della sezione femminile del CPR di Ponte Galeria
    La chiusura della sezione femminile di Ponte Galeria, che conta solo cinque posti, rappresenta un primo, significativo passo verso lo smantellamento di tutta la struttura. In una prospettiva abolizionista infatti, chiudere immediatamente la sezione femminile di Ponte Galeria sarebbe un primo segnale importante, per evitare che altre donne, provenienti da ogni parte d’Italia, possano “vincere” quella triste “lotteria” e ritrovarsi detenute nell’inferno di un CPR. Per tutto il 2023, sono state rilasciate 37 donne dal CPR di Ponte Galeria. Dinanzi a questi numeri, la predisposizione di adeguati percorsi di presa in carico da parte del Campidoglio è una possibilità che può e deve attivarsi immediatamente. Così come si può e si deve tentare di garantire dei percorsi di fuoriuscita da Ponte Galeria per le donne attualmente detenute al suo interno

Dal quadro restituito nel Rapporto “Chiusi in gabbia” emerge l’urgenza della chiusura immediata del CPR di Ponte Galeria e di ogni altro luogo di detenzione amministrativa.

Scarica qui il Rapporto “Chiusi in gabbia: viaggio nell’inferno del CPR di Ponte Galeria”

Scarica qui la Cartella Stampa del 6 novembre 2024