I VPN: Come proteggere la propria privacy online

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Una buona parte della nostra vita si svolge online. Sulla rete lavoriamo, ricerchiamo prodotti da comprare, troviamo il compromesso migliore per le vacanze che pianifichiamo di fare d’estate, guardiamo gli eventi ai quali partecipare con i nostri amici, eseguiamo movimenti bancari e cerchiamo informazioni sulle malattie che ci preoccupano.

La dipendenza da queste attività comporta una grande mole di informazioni e condivisione di dati personali nelle mani di pochi ed enormi soggetti pubblici e multinazionali private che, ancora oggi, non garantiscono efficiente minimizzazione del rischio di eventuali data breach, trasparenza e policy efficaci per la protezione dei dati personali degli utenti.

Spesso il ragionamento di molti utenti ricomprende una certa inconsapevolezza non solo dei propri dati personali, bensì anche delle molteplici cause per le quali vengono spiati o sorvegliati. In primis un individuo possiede un pensiero che questo può essere distorto o influenzato in favore di un’azienda o di un’ideologia politica. Un individuo ha anche una capacità economica alla quale compagnie assicurative, aziende e altri soggetti mirano per la vendita dei loro prodotti. Un cittadino è tale poiché ha un’identità: questa può essere utilizzata da criminali per impersonarlo oppure per risalire ad ulteriori informazioni inerenti alla sua vita. Ogni individuo ha un ruolo nella società e nella comunità più ristretta della quale fa parte e può fornire, volontariamente o involontariamente, dati e informazioni su tutti i componenti. Un utente è nodo per altri utenti: per questo motivo la maggior parte delle app chiedono di aver accesso ai contatti presenti sul telefono. Sulla base di quanto detto, è possibile affermare che tutti sono persone importanti. Per vari motivi tutti gli individui sono una fonte di potere. Senza privacy, altri soggetti possono esercitare questo potere contro di te.

Sulla base di queste premesse, è lecito che l’utente si domandi quali azioni intraprendere al fine di difendersi dall’intrusione di terzi nella sua vita digitale. Ancora oggi persiste una sorta di stigma nei confronti dell’anonimato online, come se essere anonimi durante la navigazione internet comportasse, di per sé, una volontà criminale o una presunzione di non punibilità in caso di commissione di reati o illeciti civili. In realtà, la necessità di anonimato in rete non è – fortunatamente – esclusiva del cybercriminale, ma è spesso un bisogno che deriva dalla semplice esigenza di evitare attività di monitoraggio delle proprie abitudini di navigazione da parte di intrusioni governative o private.

Sin dagli albori la rete internet, utilizzata inizialmente e principalmente quale metodo di rapido scambio accademico di idee e pensieri, ha assunto una connotazione di intrinseca democraticità con l’obiettivo di incentivare uno scambio quanto più autonomo, libero e decentrato di idee e informazioni, permettendo la costruzione di rapporti sociali su base volontaria.

L’anonimato rappresenta uno dei più importanti strumenti di salvaguardia di tali caratteristiche. Esso consente la libera manifestazione del pensiero e la libera esplicazione della personalità di ciascun individuo (art. 2 Cost.), ponendolo al riparo dai rischi di intimidazione e stigmatizzazione propri del mondo reale. Non si tratta di un’esigenza limitata alla posizione dei singoli individui. L’anonimato sembrerebbe offrire benefici non irrilevanti anche dal punto di vista dell’autonomia dei gruppi, difatti consentendo alle minoranze – di genere, di ceto, di etnia, di orientamento sessuale – di esprimere critiche, rivendicare pretese e organizzare forme di mobilitazione a un grado di intensità altrimenti impossibile. Tutto ciò specialmente in quei paesi a scarso tasso di democraticità, dove il suo effetto può essere ampiamente positivo sul piano della partecipazione alla vita politica e, dunque, della redistribuzione del potere sociale.

VPN

Uno dei migliori modi per proteggere la propria privacy online è utilizzare una VPN (Virtual Private Network): questa permette ad un utente di collegarsi da remoto ad una rete informatica attraverso un “tunnel” virtuale e protetto. È molto comune in ambito aziendale e universitario ma può essere utilizzata da chiunque, per esempio in stati nei quali esiste un Internet censurato o insicuro, dove la navigazione online combinata con l’attivismo sociale, può comportare determinate ripercussioni anche fisiche ovvero per evitare che tutta una serie di informazioni vengano “collegate” al proprio indirizzo IP di collegamento alla rete.

Attraverso l’utilizzo di una VPN i dati di navigazione dell’utente come ad esempio indirizzo IP, indirizzi IP dei siti visitati e i servizi utilizzati durante la navigazione possono essere canalizzati attraverso la rete virtuale, schermando in questo modo il dispositivo in uso da possibili hacker malevoli, firewall o dalla sorveglianza governativa. Tuttavia, è bene rilevare che, non tutti i provider di reti VPN sono trasparenti per quanto riguarda i dati dell’utente che vi transitano. Generalmente i servizi a pagamento non conservano e non trattano questi dati se non quando indispensabile a garantire il servizio. È consigliabile invece diffidare di quelli gratuiti perché nella maggior parte dei casi il contributo mensile è esiguo, ma soprattutto perché la ragione per la quale sono gratuiti è che si avvalgono di alcune preferenze dell’utente.

I migliori servizi di VPN attualmente disponibili sono:

Proton VPN: è un servizio offerto dall’azienda svizzera Proton Technologies AG, già famosa per il servizio ProtonMail (punto di riferimento per le email cifrate e protette). La sede legale in Svizzera garantisce una robusta politica sulla privacy e sul no-log delle connessioni, evitando quindi ogni tipo d’interferenza con le indagini delle agenzie governative presenti nei paesi della Fourteen Eyes (in cui la Svizzera non è presente come membro e non è tenuta a fornire nessuna informazione agli altri paesi).

ExpressVPN: azienda sotto giurisdizione delle Isole Vergini britanniche, offre all’utente 94 paesi nel mondo fra i quali scegliere per connettersi, nascondendo il luogo dal quale realmente avviene la connessione. Permette la navigazione online e il download in modo anonimo di una grande quantità di contenuti che possono essere censurati o presenti all’interno di siti bloccati, senza tracciare l’utente o le sue attività.

IPVanish: anche in questo caso non vi è nessun tracciamento dell’utente e i server sono di proprietà dell’azienda stessa. Inoltre, si possono avere fino a 10 connessioni private su molteplici dispositivi e il servizio è accessibile su Android, iOS, Windows, macOS. L’azienda che la produce è situata negli Stati Uniti.

NordVPN: creata da un’azienda situata a Panama, offre i servizi già precedentemente citati (server disponibili, connessioni) ma in numeri minori. Fornisce delle estensioni proxy per Chrome e Firefox.

Appartenente al mondo open source è invece OpenVPN, rilasciato sotto licenza GNU GPL17 e basato su librerie di cifratura OpenSSL18. Come tutti i programmi open source la sua sicurezza, gli aggiornamenti, i miglioramenti e la trasparenza del progetto sono supportati da una comunità di utenti ed esperti del settore che ne garantisce la qualità. Anche in questo caso i costi del servizio sono contenuti

[Immagine di copertina: Photo by Petter Lagson on Unsplash]