“È accaduto, può accadere ancora”. La Senatrice Segre scrive a Cild
Questo che riportiamo di seguito è il saluto che la Senatrice Liliana Segre ha voluto inviarci in occasione della lettura continuativa di “Se questo è un uomo” di Primo Levi, l’iniziativa che abbiamo tenuto lo scorso 28 gennaio presso il Teatro Palladium per celebrare il Giorno della Memoria. Un intervento breve, ma dal forte impatto che proprio per questo vogliamo condividere con tutti voi.
Care ragazze e cari ragazzi, signore e signori,
saluto con interesse anzi entusiasmo la vostra ottima idea di dare pubblica lettura integrale del capolavoro di Primo Levi Se questo è un uomo. Purtroppo per motivi di salute non potrò essere anch’io fra voi a leggere una pagina almeno di un’opera capitale del nostro ‘900. Di certo la scelta di un suo approfondimento collettivo costituisce il modo migliore per valorizzare la Giornata della Memoria.
Ho conosciuto bene Primo Levi, ricordo di avergli scritto che “da Auschwitz non si esce mai”, perché “il mio numero 75190 non si cancella: è dentro di me. Sono io il 75190”. Posso dire che “il numero di Auschwitz è impresso nel cuore, è tatuato nella mente e nell’anima: è l’essenza di ognuno di noi che è tornato a raccontare”.
Per questo il compito che mi sono data di testimoniare, di stimolare, i giovani soprattutto, a conoscere la storia e a conservare la memoria. Solo questo esercizio continuo di consapevolezza evita infatti di ricadere in certi errori ed orrori, aprendo altresì la mente al valore autentico di termini come “tolleranza”, “accoglienza”, “interculturalità”, “solidarietà” ecc.
È vero però che storia e memoria non bastano, occorre anche leggere e imparare la nostra Costituzione e pretendere che sia rispettata e realizzata. L’ho più volte definita “fantastica”, “avveniristica”, proprio perché in quanto “costituzione lunga” e programmatica non è un semplice catalogo di istituzioni e di diritti, ma ha cura di definire anche i meccanismi attraverso i quali quei diritti diventano reali e la democrazia continuamente può evolversi e diffondersi.
La nostra Costituzione trae infatti i suoi valori fondanti dall’antifascismo che animò la Resistenza contro il regime mussoliniano e l’invasore nazista, valori come la libertà, l’eguaglianza, la giustizia. Dunque la memoria, ma anche gli strumenti della democrazia e della cultura. Perché proprio Primo Levi ce lo ha insegnato: “è accaduto, può accadere ancora”.
Liliana Segre