Cannabis, appello al M5S per fermare la nuova deriva penal-proibizionista

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“Legalizzare la cannabis è una questione di civiltà, è una questione di giustizia”. Così si concludeva un post apparso sul sito del Movimento 5 Stelle il 21 luglio 2015.

Quella per la legalizzazione della cannabis è stata una delle prime proposte presentate dal Movimento all’indomani del suo ingresso in Parlamento e i propri deputati e senatori hanno, nel corso della legislatura, più volte ribadito la necessità di un cambio di politiche su questo tema, aderendo in massa all’intergruppo parlamentare Cannabis Legale.

Due giorni fa, in occasione della Giornata internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di stupefacenti, il Ministro della Famiglia e della Disabilità, il leghista Lorenzo Fontana, ha parlato di tolleranza zero contro la droga. Un approccio in continuità con quanto avvenuto negli ultimi trent’anni e che ha dimostrato il suo fallimento.

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Il consumo di cannabis è un fenomeno di massa. Secondo l’Istat, infatti, sarebbero oltre 6 milioni gli italiani ad averla consumata, al 2013, nella propria vita. Pensare di arrestare questo fenomeno con politiche penali è un’illusione che qualcuno continua a coltivare, incurante dei dati e dalle evidenze che la realtà ci restituisce quotidianamente. Dinanzi ad un comportamento così diffuso ci si dovrebbe preoccupare di governare il fenomeno e non di tentare di proibirlo. Alcuni paesi lo hanno capito, per ultimo il Canada, cambiando radicalmente strada rispetto al loro passato proibizionista.

Nel post del luglio 2015 che ci sentiamo di condividere pienamente il M5S si chiedeva perché lo Stato sta rinunciando a 10 miliardi di euro e ne lascia 60 alla criminalità organizzata? Perché lo Stato sta privando i malati di poter usufruire di una sostanza efficace per alleviare le loro sofferenze? Perché lo Stato sta sottraendo continuamente risorse alle già precarie attività delle forze dell’ordine e dei magistrati? Infine, perché lo Stato sta rinunciando a migliaia di nuovi posti di lavoro? Oggi continuiamo a chiedercelo.

Per questo ci appelliamo ai parlamentari e ai ministri del M5S affinché sulle droghe non prevalga la linea penal-proibizionista della Lega, affinché la delega sulle droghe non sia lasciata al ministro Fontana e affinché alla guida del Dipartimento per le Politiche Antidroga si individui una persona esperta del tema e che sia libera da pregiudizi e preconcetti ideologici.