Relazioni Italia-Egitto. Partiamo dalla verità per Giulio Regeni

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In queste ore una delegazione della commissione difesa del Senato, guidata dal presidente Nicola Latorre, è impegnata in una visita ufficiale in Egitto.
Una visita che lo stesso senatore Latorre – come riportato da un’agenzia di stampa – avrebbe definito utile anche per rasserenare l’atmosfera fra i due paesi e superare le difficoltà che stanno vivendo le relazioni bilaterali.

Qualche mese dopo il ritrovamento del corpo senza vita di Giulio Regeni l’Italia aveva infatti ritirato il proprio ambasciatore dal Cairo. Una presa di posizione netta, giunta a seguito della mancanza di collaborazione da parte delle autorità egiziane per fare luce su quanto accaduto a Regeni, il cui corpo presentava evidenti segni di torture, e individuare i colpevoli.

Nella frase di Latorre si può perciò leggere un tentativo di apertura al ritorno del nostro ambasciatore. Un’eventualità che già all’inizio di quest’anno era stata sollecitata dal presidente onorario di Intersos.

Contro questa ipotesi siamo intervenuti. Insieme ad Antigone e Amnesty International Italia abbiamo voluto ribadire come l’unico strumento possibile per rasserenare il clima tra Italia ed Egitto sia una fattiva collaborazione delle autorità egiziane nelle indagine per il rapimento e l’uccisione di Giulio Regeni. In tal senso la misura del ritiro dell’ambasciatore italiano è uno dei principali strumenti per ottenere collaborazione da parte delle autorità egiziane.

In Italia migliaia di persone hanno manifestato per chiedere Verità per Giulio Regeni. Dalle sedi dei municipi, delle università e di numerosi altri luoghi istituzionali campeggiano ancora striscioni e cartelli con questa precisa richiesta. Pensare di tornare a relazioni bilaterali ‘normali’ significherebbe venire meno ad un impegno che il nostro governo ha assunto con la famiglia di Regeni e tutti i cittadini italiani.

Dopo il nostro intervento il senatore Latorre ha precisato che durante l’incontro con le autorità egiziane è stata ribadita e sollecitata la necessità di verità (e quindi la richiesta di collaborazione) per il nostro paese su questo caso. Caso che continueremo a seguire, anche esercitando le dovute pressioni istituzionali laddove ci fossero tentativi di apertura non corrisposti da novità consistenti da un punto di vista giudiziario.