UK: La polizia decriminalizza la cannabis. E una petizione la vuole legale.

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Uno dei pilastri della war on drugs si è basato sulla proibizione assoluta nell’utilizzo di qualsiasi droga e la conseguente criminalizzazione del consumatore.

Proprio questo pilastro che nel nord est dell’Inghilterra sta cadendo e per mano della polizia. Ad annunciarlo è Ron Hogg, police and crime commissioner di Durham, il quale ha chiarito che la polizia non andrà più a caccia di consumatori di cannabis o di chi coltiva piante su piccola scala per uso personale, sostenendo che questa decisione permetterà di tagliare i costi, mantenere i piccoli consumatori fuori dal sistema penale e concentrare le scarse risorse per perseguire le bande e il crimine organizzato. E di risorse la guerra alla droga, anche in Inghilterra, ne consuma parecchie se è vero che ogni contribuente paga 400 sterline per sostenerla, senza contare l’aggravio enorme per il sistema penitenziario.

I continui tagli alla polizia hanno creato priorità più importanti ha dichiarato Hogg che ha tuttavia spiegato di non farlo solo per questa ragione: “c’è un problema di risorse, dobbiamo essere chiari su questo, ma lo facciamo perché crediamo sia l’approccio giusto.”

Questa politica di decriminalizzazione de facto del consumo è stata rivelata in un incontro tra Hogg e gli attivisti pro-cannabis di un gruppo locale dei Cannabis Social Club del Regno Unito nella prima settimana di luglio. Nel corso della riunione – secondo quanto riferito da un attivista locale al Guardian – Hogg avrebbe confermato le voci che la polizia di Durham non avrebbe più lavorato attivamente per perseguire i piccoli coltivatori di cannabis e i consumatori.

Tuttavia, lo stesso Hogg avrebbe aggiunto che questo non significa libertà per tutti: “La cannabis è ancora illegale. Se qualcuno dovesse fumare davanti ad un poliziotto o andare in una stazione di polizia dichiarando di avere dieci bustine di marijuana sarebbe ancora arrestato”, avrebbe aggiunto il capo della polizia di Durham.

Un anticipo di questa decisione c’è stata tuttavia ancora prima, lo scorso novembre, quando, dopo una conferenza tenuta a Durham e organizzata dallo stesso Hogg tra polizia, professionisti e attivisti del tema, si è discusso del futuro della politica sulle droghe.

A seguito del vertice, Hogg scrisse una lettera al Primo Ministro Inglese con un avvertimento sul fallimento delle attuali leggi sulla droga: “Le politiche sulla droga dovrebbero essere spostate al dipartimento della sanità, concentrandosi sul trattamento e non sulla repressione” scrisse Hogg.

Ron Hogg, Police Commissioner di Durham, Inghilterra
Ron Hogg, Police Commissioner di Durham, Inghilterra

 

Nel frattempo, in questi stessi giorni, c’è anche chi nel Regno Unito prova ad andare oltre. James Owen, uno studente di economia presso l’Università di Aberystwyth , ha infatti lanciato una petizione che chiede ai parlamentari inglesi di “rendere la produzione, la vendita e l’uso della cannabis legale”. Petizione che in pochi giorni è stata firmata da oltre 160.000 persone.

Una doppia buona notizia per il movimento antiproibizionista inglese: tutte le petizioni presenti sul sito ufficiale del governo che superano le 100mila firme, infatti, devono essere esaminate dal comitato petizioni dei Comuni , che comprende 11 parlamentari di tutte lo spettro politico e che hanno il potere di premere per l’azione da parte del governo o del parlamento.

Secondo il testo di accompagnamento, legalizzare la cannabis potrebbe portare a 900mila sterline in tasse ogni anno e creare oltre 10.000 nuovi posti di lavoro, risparmiando la criminalizzazione a cui vanno in contro i circa 3 milioni di adulti che nel Regno Unito fanno uso di cannabis.

Un’idea condivisa anche da altri esponenti della polizia inglese: oltre a Hogg, anche Alan Charles, suo omologo nel Derbyshire ha rilasciato analoghe dichiarazioni. Che sia l’inizio di una nuova stagione politica?