Migranti, un progetto collaborativo per raccontare l’accoglienza

Stazione di Milano - accoglienza rifugiati
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La narrazione mediatica sui migranti è spesso segnata da paura, ostilità, rifiuto del “diverso”. Ma non è l’unica e, da cittadini, non dobbiamo vederci solo come pubblico impotente.

L’accoglienza, la solidarietà, la compassione, l’umanità: mettendole insieme – anche graficamente – tante piccole storie possono costruire un unico racconto collettivo” dice Arianna Ciccone, co-fondatrice del Festival Internazionale del Giornalismo e di Valigia Blu, blog collettivo di informazione.

Proprio ieri Valigia Blu ha lanciato Migranti, progetto collaborativo che raccoglie (e invita a segnalare) storie di accoglienza e solidarietà.

Migranti, un progetto del blog collettivo Valigia Blu
Migranti – un progetto di Valigia Blu

Si tratta del culmine di altre riflessioni sul tema che Ciccone e il team di Valigia Blu fanno da tempo. Proprio qualche giorno fa un suo lungo post invitava a superare la narrativa di odio e diffondere, al contrario, storie diverse.

Questa spietatezza, questo non vedere l’altro come un essere umano, questo sentimento diffuso di odio, ostilità, disprezzo sempre più esteso – “orda selvaggia e dilagante” – è l’orrore dei nostri tempi (in realtà la Storia è piena di questo odio… Ma questa volta con tutta l’informazione che c’è  – i video, le foto, le testimonianze diffuse soprattutto nel mondo digitale – siamo di sicuro più colpevoli). A questo orrore bisogna opporsi con tutte le nostre forze. A parte la verità dei dati e dei fatti da contrapporre di volta in volta alla disinformazione, alle bufale, alla malafede sui temi dell’immigrazione – nel nostro piccolo ci stiamo lavorando e a breve uscirà un articolo approfondito a firma di Angelo Romano e Andrea Zitelli -, c’è un altro racconto da far emergere, a cui dare sempre più forza e visibilità. È il racconto dell’accoglienza. Dell’abbraccio. Piccole, grandi storie che ognuno di noi può condividere, diffondere. Racconti-anticorpo contro il veleno che ci vuole disumani.

Abbiamo fatto qualche domanda ad Arianna per capire meglio come funziona l’iniziativa appena lanciata.

Cosa si propone il progetto? Quali sono i suoi obiettivi?
Oggi ognuno di noi è media. Attraverso i nostro spazi social possiamo farci mediatori di storie di solidarietà e accoglienza, svolgendo un ruolo attivo in questa narrazione altra, alternativa a quella oggi dominante o almeno percepita come tale.

Croce rossa - Spagna
Gema Ibáñez M. – Twitter

Ed è una narrazione altra anche nel senso che si occupa dell’altro, del prossimo. e questo coinvolge la nostra dimensione umana nel senso più pieno della parola.
Il progetto è un tentativo (con tutti i limiti di un blog piccolo e no-profit) di immettere nell’eco-sistema dei social un altro racconto, in cui al centro ci sono le persone, quelle che scappano dalla guerra dalla violenza, quelle che accolgono, quelle che provano – attraverso i proprio spazi digitali – a raccontare tutto questo.

Non abbiamo l’obiettivo di cambiare il mondo… però vorremo partecipare!

Che tipo di storie raccogliete? Fate controlli di qualche tipo? 
Se sono storie di testimonianze dirette, certo, vanno verificate. Le segnalazioni riportate da altri siti si basano anche su credibilità e reputazione del sito segnalato e sulle foto che in parte testimoniano la storia.
Considera che chi segnala è già parte – almeno per ora – della community di Valigia Blu (o uno dei suoi autori), quindi c’è un rapporto di fiducia già costruito nel tempo. E la fiducia, ovviamente, è una delle basi del progetto.

Come si incontrano/scontrano la narrativa della paura e quella della solidarietà? Cosa risponderesti a obiezioni del tipo “sì, ma questi casi (di solidarietà) sono solo casi isolati”?
Per noi il punto è proprio questo: tanti piccoli casi isolati che, messi insieme, hanno un impatto diverso, raccontano un’altra storia, appunto.

L’idea è che nel nostro piccolo ci si può impegnare almeno a diffondere queste storie.

Perché non sono i media a raccontare questa “altra storia”, secondo te?
Invece la cosa bella è che molte segnalazioni sono di siti locali di grande testate, che però poi non emergono a livello nazionale, oppure di piccolissimi blog che coprono la vita locale.
Qui è interessante provare a dare maggiore visibilità, tra disintermediazione dei piccoli e ri-mediazione di quelli un po’ più grandi.

vivaglianziani
Solidarietà a Catania – Vivaglianziani

Ti faccio un esempio: ci è stato appena segnalato questo articolo [su un movimento di anziani a Catania che si mobilita per l’accoglienza dei migranti, NdR].
Da vivaglianziani a Valigia Blu ci sarà un piccolo ma interessante salto di visibilità. Anche quello è un aspetto del progetto: provare a far diventare mainstream queste storie.
Questa visione fa parte anche di una mia critica a un certo uso social di grandi testate…

Di recente, infatti, hai chiamato in causa il direttore del Corriere, Luciano Fontana, dopo la pubblicazione di un video dal titolo “Rissa tra immigrati” sulla pagina Facebook del quotidiano. “Siamo consci della nostra responsabilità, anche sui social: siamo disposti a confrontarci e a parlarne volentieri” ha risposto Fontana. A quando il confronto?
Ancora non ne abbiamo idea. Ma sarebbe bello un confronto ampio su social e siti con le testate dell’informazione.

 

E il confronto e il racconto di queste storie, aggiungiamo noi, coinvolgono tutti noi: vi invitiamo quindi a raccontare le vostre storie e a segnalarle a Migranti!

 

[Foto in evidenza: Stazione di Milano – Migranti]