La tortura in USA e la tortura in Italia
[Dopo l’iniziativa di oggi “In silenzio contro la tortura”, ripubblichiamo sul nostro sito una riflessione del presidente di CILD e di Associazione Antigone, Patrizio Gonnella. Qui l’originale.]
Il Rapporto del Senato Usa e le successive parole di commento di Barack Obama riconoscono che la democrazia americana è stata gravemente ferita dalle pratiche illegali e disumane di tortura. Gli Stati Uniti, dopo l’11 settembre 2001, hanno rinunciato a rispondere agli attacchi subiti con le armi della democrazia, della giustizia, dello stato di diritto.
Ad Abu Ghraib e Guantanamo hanno costruito i luoghi del terrore. Hanno praticato impunemente la detenzione arbitraria e la tortura, hanno violato l’habeas corpus che addirittura per la prima volta era stato codificato circa otto secoli prima in Inghilterra, dai padri degli Usa, nella Magna Charta Libertatum del 1215.
Il diritto penale è stato così trasformato in diritto penale del nemico, sregolato e senza quelle garanzie che in una democrazia devono valere necessariamente per tutti. La detenzione dei presunti terroristi non era decisa da un giudice bensì dai militari. Ha dominato la pratica del waterboarding.
Eppure la tortura giudiziaria nulla ha a che fare con il raggiungimento della verità. Di fronte alla sofferenza è più facile che si dica il falso piuttosto che il vero. Tortura e verità sono distanti tra loro. Tortura e umanità sono all’opposto.
La tortura è un crimine contro la dignità umana. L’oggetto giuridico protetto dalle norme internazionali che proibiscono la tortura è infatti la dignità umana. Kant scriveva che l’uomo non può mai essere un mezzo. Deve essere sempre un fine. Senza la dignità umana vi è la degradazione dell’uomo a cosa.
In Italia la tortura non è un reato.
Eppure esiste una convenzione delle Nazioni Unite risalente al 1984 che ci obbliga a farlo.
Eppure vi è una definizione internazionale del crimine che basterebbe tradurre dall’inglese all’italiano.
Eppure la nostra Costituzione all’articolo 13 ci impone la criminalizzazione della tortura.
Non è la violenza a scandalizzarci in quanto sappiamo che nessuna democrazia purtroppo ne è immune. A scandalizzarci è il silenzio delle istituzioni. Obama ha ammesso le responsabilità statunitensi.
In Italia non è possibile invece punire i torturatori. Di recente la Cassazione ha affermato che non poteva estradare in Argentina un sacerdote di Parma accusato di torture ai tempi di Videla in quanto in Italia manca il reato specifico e per gli altri delitti sarebbe oramai intervenuta la prescrizione.
Così l’impunità è garantita.