Diritti negati: l’Italia lunedì va sotto il giudizio delle Nazioni Unite
Lunedì le Nazioni Unite giudicheranno la tenuta dei diritti umani e delle libertà civili nel nostro paese, nell’ambito della Revisione Periodica Universale (UPR). Una delegazione composta da 27 stati dovrà valutare l’Italia e il documento presentato dal governo.
La Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili è stata parte integrante del percorso di avvicinamento a questo appuntamento, partecipando a due riunioni organizzate dal Comitato Interministeriale per i Diritti Umani, allo scopo di discutere sul documento del governo e illustrando – lo scorso 7 ottobre a Ginevra – alla presenza delle delegazioni dei paesi che fanno parte del Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani e di alcune ONG europee, le proprie raccomandazioni.
In quella sede abbiamo presentato quelle che secondo noi erano le gravi mancanze a tutt’oggi esistenti e auspichiamo che le Nazioni Unite, nell’assumere la loro decisione, sottolineino le tante inadempienze che oggi segnano le scelte politiche del nostro Paese. In particolar modo sollecitando una nuova politica sui migranti con l’abrogazione della legge Bossi-Fini, la riforma della legge n.91 del 1992 sulla cittadinanza sostituendo lo ius sanguinis con lo ius soli, il riconoscimento del diritto di voto per le elezioni locali per cittadini non comunitari dopo 5 anni di residenza stabile e l’abolizione dei CIE; una politica inclusiva verso le comunità rom, sinti e camminanti ponendo termine alla segregazione nei campi autorizzati, garantendone l’accesso al diritto alla casa senza discriminazione; l’introduzione del reato di tortura nel codice penale italiano, in linea con l’articolo 1 della Convenzione ONU sulla tortura del 1984 che l’Italia ha ratificato da 25 anni; l’introduzione di una nuova legislazione sulle droghe che vada nel verso di una loro legalizzazione; la modifica delle norme del codice civile al fine di assicurare il matrimonio anche alle persone dello stesso sesso; l’adozione di una legge sul diritto di accesso alle informazioni detenute dai governi in linea con gli standard internazionali, superando l’impostazione della legge 241/1990; l’istituzione di un’autorità indipendente sui diritti umani in linea con i Principi di Parigi (Onu).
“Quello che ci auguriamo – dichiara Patrizio Gonnella, presidente della Cild – è che la decisione del Consiglio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, dia una decisa spinta a politiche di riforma da tanto tempo attese”. “Il Presidente del Consiglio dei Ministri Renzi, nei giorni scorsi – prosegue Gonnella – ha detto che leggi sulle libertà e sui diritti civili possono aspettare gennaio per essere poste in discussione”. “Noi crediamo invece che già si sia aspettato troppo e, su alcuni temi in particolare, chiederemo che il governo agisca subito presentando dei propri decreti legge”.