Radical data: il potere della narrazione visuale basata sui dati
Qui il contributo del nostro Giulio Frigieri, moderatore del panel sulle frontiere del giornalismo dei dati, dal titolo “Radical data: tra attivismo e giornalismo, il potere della narrazione visuale basata sui dati”, preceduto dal video dell’incontro, tenutosi lo scorso 18 aprile durante il Festival Internazionale del Giornalismo a Perugia.
Giornalismo di qualità e attivismo sembrano convergere sull’orizzonte del panorama mediatico contemporaneo.
NSA, HSBC e Wikileaks sono solo alcuni ma significativi esempi di giornalismo d’eccellenza profondamente radicati nei dati e proposti attraverso forme di narrazione visuale. Queste inchieste, unanimemente riconosciute per il loro impatto, hanno esplorato le implicazioni dei diritti umani e civili nell’ambito di sorveglianza, libertà di parola, abuso di potere, privacy, crimini di guerra e reati finanziari, ottenendo una risonanza e un impatto che anche la campagna di sensibilizzazione più ambiziosa e influente non avrebbe mai immaginato di ottenere.
Sulla scia di questi successi, l’attivismo si sta sempre più avvicinando al giornalismo a caccia di narrazioni visuali, strategie di comunicazione e competenze professionali utili a potenziare il messaggio e il coinvolgimento del pubblico. Le organizzazioni patrocinanti cause di interesse collettivo hanno spesso accesso a dati significativi e riconoscono l’opportunità di costruire con essi narrazioni visuali per massimizzarne l’impatto.
Sull’altro fronte, alcune delle principali voci liberali del giornalismo stanno promuovendo il ricorso a piattaforme digitali partecipative dove la distinzione tra lettore, autore e produttore è sempre più sfumata. Incoraggiano i lettori a diventare produttori di contenuti per raccontare meglio ciò che accade nel mondo, talvolta ricorrendo a iniziative di giornalismo civico o tramite soluzioni interattive con cui il lettore organizza i contenuti e articola storie personalizzate.
All’interno di questa svolta trasformativa, che individua nel pubblico di lettori un potenziale esercito di co-autori ed è già riconosciuta come elemento fondamentale della produzione culturale “radicale”, in ultima istanza l’attivista-lettore è incarnato dalla figura del whistleblower che si immola per la causa rivelando informazioni per il bene della collettività.
In tale contesto radical data diventa più di un’espressione accattivante che annuisce alla controversa oggettività delle narrazioni visuali fondate sui dati o all’ambigua relazione tra dati e fatti, e definisce uno spazio informativo in cui giornalismo e attivismo ricombinano frammenti del proprio DNA, in una potenziale convergenza di tecnologie, tattiche, reti ed etiche le cui traiettorie sono quasi tutte ancora da esplorare.
Giulio Frigieri è direttore creativo di CILD.