Dialogo ebraico–musulmano: qual è il ruolo delle comunità LGBT?
È possibile partire dalla comunità LGBT per rinforzare il dialogo ebraico-musulmano? Da questo interrogativo è nato il convegno “La lezione delle differenze: il ruolo delle comunità LGBT nel dialogo ebraico musulmano”, organizzato da CILD in collaborazione con il gruppo ebraico LGBT Magen David Keshet Italia. L’iniziativa, svoltasi a Roma presso il Senato della Repubblica il 18 Settembre, ha unito laici, rappresentanti religiosi, attivisti per i diritti umani e docenti, provenienti da tutta Europa.
Essere una persona LGBT all’interno di una comunità religiosa può significare essere soggetti a ulteriori discriminazioni. Ciò vale anche per due delle principali religioni monoteiste: l’ebraismo e l’islam. L’appartenenza ad una comunità religiosa, viene associata generalmente all’impossibilità di vivere liberamente il proprio orientamento sessuale e/o la propria identità di genere. I diversi relatori intervenuti nel corso del convegno, introdotti dal presidente di CILD Patrizio Gonnella, hanno spiegato non solo come ciò sia falso, ma anche quanto la partecipazione attiva delle comunità LGBT possano innescare e alimentare il dialogo fra due comunità religiose meno lontane di quanto si immagini.
Come spiegato da Marco Serafino Fiammelli, presidente di Magen David Keshet Italia, ebrei e musulmani si sono trovati in un passato anche recente a coordinarsi e combattere battaglie su temi come la macellazione rituale e la circoncisione, tradizioni religiose comuni minacciate da diverse proposte di legge europee. Ciò dimostra che se unite, le due comunità religiose possono allearsi per promuovere tematiche trasversali come l’accettazione e l’inclusione delle persone LGBT.
Il rabbino Lior Bar Ami e il teologo islamico Nassr Eddine Errami hanno evidenziato come le forme di oppressione vissute dalle persone LGBT siano in realtà simili se non identiche. L’omofobia, la bifobia e la transfobia alimentate e praticate soprattutto dall’ebraismo conservatore e ortodosso e dagli interpreti più conservatori dell’Islam, colpiscono tale minoranza fino a spingerla a pensare di non poter conciliare due aspetti fondamentali della vita: il credo religioso e il proprio orientamento sessuale e/o identità di genere. Poco conosciuti sono gli sforzi e le battaglie combattute all’interno delle due comunità religiose dai movimenti LGBT. Ad oggi, quasi tutti i movimenti ebraici riformati hanno abbracciato le persone LGBT. Crescono inoltre in Europa i gruppi di supporto ed ascolto attivo per musulmani omosessuali, bisessuali e transgendera
L’inclusione delle minoranze sessuali e di genere assume una valenza ancora più importante alla luce del numero di persone che richiedono protezione internazionale in Italia e Europa come rifugiati in quanto perseguitati per il proprio orientamento sessuale e identità di genere nel proprio paese d’origine. Una persecuzione che spesso si intreccia, o si basa, proprio sulla credenza che l’omosessualità non possa conciliarsi con la religione. Qui si inserisce la stessa comunità LGBT: partendo da esperienze comuni di oppressione, la loro voce nel dialogo interreligioso può dar vita ad altrettante dinamiche comuni di liberazione.
Il dialogo ebraico-musulmano in materia LGBT tuttavia non si limita ai rappresentanti religiosi delle due comunità. Laura Quercioli Mincer, ebraica laica e docente di letteratura polacca, ha ricordato ai partecipanti che l’emancipazione LGBT trova una spinta fondamentale nel ruolo svolto dai laici, in grado di identificare nuove strade all’interno della tradizione. E non meno importante è la consapevolezza che la battaglia per i diritti LGBT si rafforza solo se combattuta a fianco delle donne e delle altre minoranze, riconoscendo l’intersezionalità dei diritti e l’importanza della valorizzazione delle differenze nella stessa comunità LGBT. Maryan Ismail, docente di antropologia dell’immigrazione e Presidente del Forum Musulmani Laici, ha invitato a riconoscere le ulteriori discriminazioni vissute dalle lesbiche musulmane, “colpevoli” sì di essere parte di una minoranza sessuale, ma anche e soprattutto donne. Wajaht Abbas Kazmi, attivista e fondatore di Allah Loves Equality, ha evidenziato come siano tantissimi i musulmani omosessuali, pochissimi quelli dichiarati. Una dimostrazione di quanto necessario sia creare uno spazio di liberazione e accettazione per consentire a uomini e donne di vivere nel rispetto della propria identità in comunità da cui non possono e non devono sentirsi esclusi.
In un momento storico in cui antisemitismo, islamofobia e omofobia sono sempre più diffusi, centrale è quindi il ruolo che la comunità LGBT può svolgere all’interno del dialogo tra comunità religiose e laici per combattere l’intolleranza. Un’intolleranza che trova spazio anche all’interno delle stesse minoranze sessuali e di genere e che può essere arginata solo e soltanto conoscendo il diverso.