Va cancellata la discriminazione contro i figli delle famiglie arcobaleno

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Il Tribunale di Roma, in un giudizio avviato da Rete Lenford e Famiglia Arcobaleno (due delle organizzazioni che fanno parte della Coalizione), ha accolto il ricorso presentato da una coppia di madri che, a causa della normativa introdotta nel decreto Salvini, non aveva permesso l’emissione della carta di identità per la loro figlia. 

Proprio questo decreto aveva infatti reintrodotto, nel 2019, la dicitura “madre” e “padre” anziché “Genitori” nei documenti necessari per il rilascio della carta di identità per i figli minori. Una variazione non solo linguistica ma piena di sostanza discriminatoria. Infatti, a fronte di questo cambiamento, per le famiglie omogenitoriali, le possibilità erano due: andare incontro a conseguenze penali dichiarando il falso, cioè attribuendosi uno dei due genitori un’identità non reale pur di ottenerne il rilascio; oppure rinunciare a che il figlio potesse avere questo documento.

In un e-book che pubblicammo nel 2020 analizzavamo le tante violazione che questa norma introduceva, a partire dal contrasto con l’art. 2 della Costituzione, che tutela il diritto al rispetto della propria identità, con l’art. 3 della Costituzione, che sancisce il principio di eguaglianza, e con l’art. 16, che garantisce la libertà di espatrio. Ma non solo. Infatti sostituire il termine “genitori” con la dicitura “padre” e “madre” significa anche tradire il best interest of the child, nonostante la giurisprudenza interna, sia di merito che di legittimità, risulti avere adottato sempre più il primario interesse (del fanciullo) dei minori quale parametro giuridico interpretativo. Infatti, ad essere più danneggiati sono proprio i figli nati e cresciuti in queste coppie che non possono esercitare a pieno un proprio diritto.

A seguito della pubblicazione di quell’e-book alcuni Parlamentari presentarono due interrogazioni, una al Senato e una alla Camera dei Deputati, per sollecitare una revisione della norma che, ancora oggi, non c’è stata.

La pronuncia del Tribunale è di una notevole importanza dunque nel ripristinare il diritto di questa bambina e della sua famiglia. 

Diritto universale che può e deve essere però ripristinato dal Parlamento attraverso la modifica della norma introdotta dal decreto Salvini che consenta di porre fine a questa discriminazione, senza che altre famiglie debbano trovarsi difronte alla necessità di procedere per via legale per veder riconosciuto il diritto dei propri figli all’emissione del proprio documento di identità.

 

[Copertina: “Rainbow Families 05 – DC Capital Pride – 2014-06-07” by Tim Evanson is licensed under CC BY-SA 2.0]