Parte il referendum sulla cannabis. Serve anche la tua firma!
“Abbiamo 20 giorni per fare due miracoli: il primo è riuscire a far parlare il paese di cannabis basandosi sui fatti e la scienza e non sulle fake news proibizioniste, il secondo è raccogliere 500.000 firme. Serve anche la tua!”.
Così Leonardo Fiorentini, segretario di Forum Droghe e membro del direttivo CILD presenta il referendum che si può firmare a questo indirizzo.
L’obiettivo è di intervenire sulla legge 309/90, il testo unico sugli stupefacenti, andando a correggere alcune delle storture più evidenti.
La prima riguarda l’eliminazione del ricorso al carcere per chi coltiva cannabis ad uso personale o per chi viene scoperto a venderne piccole quantità. Come ricorda Patrizio Gonnella, presidente di Antigone, “non è con la detenzione che si possono affrontare le questioni legate alle droghe”. La seconda interviene per eliminare la sanzione amministrativa che comporta il ritiro della patente per chi utilizza cannabis, anche se il consumo avviene al di fuori dei casi di guida sotto l’effetto.
Dal 1990 l’Italia ha sposato un approccio proibizionista e criminalizzante sul terreno delle droghe. Ad oltre 30 anni di distanza è lecito dire che abbia fallito su tutta la linea: non ha portato ad un contenimento dei consumi; non ha permesso di salvare vite; ha arricchito le mafie e richiesto l’investimento di ingenti fondi per le forze dell’ordine che potevano essere dirottati sulla prevenzione di crimini ben più gravi; ha portato sul mercato sostanze senza alcun controllo.
Un approccio che ha seguito quello adottato anche da altre parti del mondo. Dove però è stato messo in discussione. Gli Stati Uniti, la patria della “war on drugs” da tempo hanno iniziato a percorre la strada della riforma delle politiche sulle droghe. Per ora questo è avvenuto a livello statale, dove la cannabis è stata legalizzata, ma anche a livello federale c’è in atto una discussione per varare una politica di liberalizzazione su tutto il territorio nazionale. Cosa che hanno fatto il Canada, l’Uruguay e più recentemente il Messico.
Nei giorni scorsi la Commissione giustizia della Camera ha licenziato una proposta di legge che, tra le altre cose (non tutte positive) prevede di depenalizzare la coltivazione di cannabis a uso personale.
Qualcosa inizia a muoversi anche nel nostro Paese. È il momento di dare una spinta al dibattito e promuovere una politica sulle droghe che sposi un approccio pragmatico e scientifico.
Firma anche tu il referendum. Basta collegarsi al sito e avere lo Spid o la carta di identità elettronica.