La sponsorship privata come via d’accesso legale e sicura per i rifugiati

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Le migrazioni forzate sono un fenomeno antico e globale. La giornata mondiale del rifugiato, che dal 2004 si celebra il 20 giugno di ogni anno, può essere occasione per riflettere e acquisire consapevolezza sulla condizione di milioni di persone costrette in tutto il mondo – da guerre, persecuzioni e violazioni dei diritti umani – ad abbandonare le proprie case e ad andare incontro ad un futuro incerto e carico di pericoli.

Senza allontanarci troppo dall’Italia, si stima che dal 1990 ad oggi, siano morti più di 34 mila migranti nel tentativo di raggiungere via mare l’Europa. Il nostro paese conosce bene questa sofferenza: alcuni dei più drammatici naufragi degli ultimi anni sono accaduti sulle nostre coste.

Basta chiudere i porti?

La recente vicenda della nave Aquarius – costretta a proseguire il suo viaggio fino a Valencia dopo la chiusura dei porti italiani – ha portato ancora una volta sotto i riflettori la tragedia dei viaggi in mare. Ancora una volta è stata la criminalizzazione della solidarietà a prevalere sul dramma di persone costrette a sborsare somme enormi a trafficanti senza scrupoli per attraversare il mare su imbarcazioni di fortuna.

Criminalizzare i soccorritori, chiudere i porti, mostrare il pugno duro – strade già percorse in passato con scarsi risultati – non porterà alla fine dei viaggi della speranza.

La nostra Coalizione è tra i promotori italiani di “Welcoming Europe – Per un’Europa che accoglie”, l’iniziativa dei cittadini europei che chiede di decriminalizzare la solidarietà, creare passaggi sicuri per i rifugiati e proteggere le vittime di abusi.

E proprio da una delle richieste dell’iniziativa, l’apertura di vie d’accesso legali e sicure verso paesi disposti ad accogliere, potrebbe arrivare l’insperata opportunità di protezione per richiedenti asilo e rifugiati.

Come funziona?

Nella creazione di percorsi sicuri, centrale è il meccanismo della sponsorship:
ai richiedenti asilo e rifugiati beneficiari, sostenuti da sponsor privati (comunità, società civile, organizzazioni di volontariato, gruppi religiosi, organizzazioni non governative, aziende private, famiglie), viene concesso un visto di ingresso nazionale. In questo modo i richiedenti asilo evitano di diventare preda dei trafficanti di esseri umani e possono giungere in Europa legalmente e in sicurezza, saranno poi gli sponsor privati a farsi carico dell’accoglienza e del percorso di inclusione sociale.

Questi programmi, va ricordato, sono addizionali e non sostituiscono quelli statali di reinsediamento – il trasferimento cioè, già riconosciuto dall’Unhcr, di rifugiati verso paesi terzi che mettono a disposizione un certo numero di posti.

Un modello che funziona

In Canada, dove la sponsorship privata esiste da più di quaranta anni, questo istituto ha permesso alla società civile di accogliere negli anni circa 300 mila rifugiati. In Europa invece, questo strumento ha iniziato a diffondersi solo recentemente, ed è il nostro paese a fornire uno degli esempi più virtuosi.

Sono infatti alcune organizzazioni religiose italiane (Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, Chiese valdesi e metodiste, Caritas Italiana, Fondazione Migrantes e Conferenza Episcopale Italiana) ad aver avviato nel 2016, grazie ad accordi con il governo italiano, l’apertura di Corridoi Umanitari dal Libano e successivamente anche dall’Etiopia. I Corridoi sono stati interamente finanziati da fondi privati ed hanno permesso a più di 2 mila richiedenti asilo di raggiungere l’Italia in sicurezza e qui di essere inseriti in percorsi di integrazione dalle comunità che li sponsorizzavano.

I risultati positivi hanno spinto organizzazioni religiose in Francia e Belgio ad avviare progetti pilota sul modello di quelli italiani.

Welcoming Europe

Le richieste di Welcoming Europe

La società civile può offrire un contributo rilevante nel fornire vie di ingresso sicure e complementari ai programmi di resettlement offerti dagli Stati. Le sponsorship private hanno inoltre un ruolo fondamentale nel processo di integrazione dei rifugiati appena arrivati, ruolo che riescono a svolgere grazie al sostegno e alla mobilitazione delle comunità di riferimento.

Per sostenere i programmi di sponsorship privata della società civile affinché sempre più cittadini e associazioni possano accogliere, Welcoming Europe chiede alla Commissione Europea di modificare il Regolamento Ue 516/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio e attivare un nuovo programma di finanziamento nell’ambito del Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI).

Per farlo occorre raccogliere un milione di firme entro febbraio 2019. La tua può essere quella decisiva per raggiungere questo obiettivo.

 

Foto di copertina via Nev.it