Il 13 settembre #fuorilavoce: per una legge a tutela dei whistleblower

#fuorilavoce
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I whistleblower sono dipendenti di enti (pubblici ma anche privati) di cui segnalano le condotte illecite – non nel proprio interesse individuale, ma bensì in nome dell’interesse pubblico.

I numeri sono sconcertanti: nel 2015 la sola Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) ha ricevuto 200 segnalazioni. Una media di 17 al mese, che si mantiene costante anche nel 2016.

Oggi però queste persone non hanno alcuna tutela o garanzia: per questo motivo moltissimi episodi di corruzione non emergono – perché chi ne è stato testimone ha paura a denunciare, temendo per il proprio posto di lavoro se non addirittura per la propria vita.

È il momento di cambiare le cose.

La situazione

In Italia c’è un disegno di legge che si propone di tutelare queste persone: il ddl Businarolo è stato approvato alla Camera il 21 gennaio 2016 viene approvato alla Camera. Quindi passa al Senato, dove però è fermo.

Il 20 luglio dello stesso anno Transparency Italia e Riparte il Futuro lanciano la campagna #vocidigiustizia, ma le cose non cambiano, anche se le voci a sostegno della legge non mancano, anzi aumentano, tra cui il presidente del Senato Pietro Grasso e Raffaele Cantone, per cui la legge è una priorità.

Nonostante la corruzione sia uno dei problemi più cruciali e discussi in Italia sembra mancare la volontà politica per approvare la legge. .

Roma, 13 settembre: per far sentire la nostra voce

Per questo motivo aderiamo all’iniziativa #fuorilavoce organizzata da Transparency Italia e Riparte il futuro: il prossimo 13 settembre ci uniremo a loro in Piazza della Rotonda a Roma, davanti al Pantheon, con un evento spettacolare. Per tutta la mattinata, fino alle 14.00, verrà raccontato – con una performance artistica spettacolare – cosa significa davvero essere un whistleblower oggi, senza una legge.

Per saperne di più

Perché abbiamo bisogno di una legge sul whistleblowing
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