Diritti umani ed imprese: la rete si impegna “In Difesa Di”
“In difesa di” è un network di composto da 30 Associazioni ed Organizzazioni italiane che da anni lavorano su temi di cooperazione e solidarietà internazionale, ambiente, diritti umani e civili, sostenendo avvocati, attivisti ed attiviste, giornalisti minacciati in ogni parte del mondo a causa del loro impegno per i diritti umani.
Abbiamo deciso di lavorare insieme verso il comune obiettivo di chiedere alle istituzioni italiane di impegnarsi in prima persona attraverso iniziative e misure atte ad assicurare la protezione di chi difende i diritti umani, i cosiddetti “Human Rights Defenders”. Lo abbiamo deciso sulla scorta del quadro allarmante che ci viene consegnato dal nostro lavoro di relazione e sul campo e dai dati riportati nei comunicati e nei rapporti del Relatore Speciale delle Nazioni Unite sugli Human Rights Defenders e di altre organizzazioni internazionali.
L’attacco ai difensori dei diritti umani – anche nel contesto delle imprese
Secondo il rapporto annuale di Front Line Defenders, ad esempio, nel 2016 sono stati uccisi 282 difensori provenienti da 25 diversi paesi (tra questi, si stima che il 49% difendesse la terra, l’ambiente e i diritti delle popolazioni indigene). Numerosi sono però poi difensori che agiscono in contesti di violazioni di diritti umani legati ad attività economiche, si tratta spesso di membri di comunità che temono i loro diritti possano venir meno a causa di un progetto d’impresa. Denunciando il potenziale o reale impatto di questi progetti sui diritti umani, essi/e agiscono in qualità di difensori dei diritti umani.
Questo loro lavoro di protezione dei diritti li espone però al rischio di subite minacce alla libertà e all’integrità personali: sparizioni, arresti e detenzioni arbitrarie, torture, violenze e minacce di morte, ed altri attacchi gravi – che in tutto il mondo spingono i difensori a cercare protezione internazionale.
Le azioni intimidatorie contro i difensori dei diritti umani comprendono anche la persecuzione giudiziaria e amministrativa per impedire alle organizzazioni della società civile di operare, ad esempio avanzando false accuse contro di loro, sorvegliandoli illegalmente o congelando i loro conti bancari. Altri attacchi sono volti a isolare i difensori dalla comunità internazionale, ad esempio vietando loro di lasciare il paese o attraverso campagne di screditamento e diffamazione portate avanti dai media locali e sui social network.
Riteniamo pertanto che anche nell’ambito “diritti umani e impresa” sia necessario dare attenzione e protezione a chi difende i diritti umani nell’ambito delle attività economiche, chi lavora per sostenere i diritti economici, sociali e culturali, con particolare attenzione alla difesa dei diritti del lavoro, delle questioni dei diritti umani legate alla terra ed i popoli indigeni. Per questo motivo guardiamo con grande interesse al processo negoziale di elaborazione di un accordo vincolante per regolare, nell’ambito del diritto internazionale dei diritti umani, le attività delle società transnazionali e delle imprese commerciali. Se adottato, questo strumento rappresenterebbe un ulteriore importante passo avanti nella protezione dei diritti umani, specie nei casi in cui essi sono in conflitto con politiche e accordi di commercio e investimento. Sottolineiamo inoltre la necessità di coerenza nelle politiche commerciali nella prospettiva di rendere più efficaci e giuste. Riconoscendo e chiedendo il rispetto degli standard internazionali dei diritti umani negli accordi commerciali ne renderebbero vincolante il rispetto, superando l’approccio volontaristico.
Il Piano Nazionale su diritti umani & impresa
Nel processo di adeguamento agli standard internazionali per la protezione dei difensori dei diritti umani, il Piano d’Azione Nazionale su Diritti Umani e Impresa svolge un ruolo strategico nello sviluppo di una strategia di supporto al business per minimizzare l’impatto negativo delle attività economiche sui diritti umani e chi li difende.
Apprezziamo i riferimenti presenti nel Piano d’Azione Nazionale relativi al coinvolgimento e alla collaborazione con i difensori dei diritti umani nelle fasi di implementazione e monitoraggio del piano. Confidiamo inoltre che in esso possa essere integrato un impegno esplicito alla protezione di uomini e donne che difendono i diritti umani, considerando che coloro che agiscono in contesti di interessi economici sono ritenuti attualmente uno dei gruppi più minacciati. Siamo convinti che includendo una menzione esplicita su tale rischio e l’impegno a prevenire e contrastare attacchi contro i difensori, anche l’Italia con il suo Piano d’Azione potrebbe contribuire a garantire il loro ruolo di promozione dei diritti umani.
La situazione di rischio dei difensori indica che è urgente attivare meccanismi di protezione e prevenzione più efficaci, anche attraverso una menzione esplicita nel Piano d’Azione. In questo senso, il Piano d’Azione dovrebbe ribadire la responsabilità primaria degli Stati di assicurare un ambiente sicuro per i difensori, così come la responsabilità delle imprese di rispettare i diritti dei difensori, anche non interferendo con il loro esercizio di libertà di espressione, associazione e protesta. Il Piano d’Azione dovrebbe poi entrare nei dettagli delle misure che l’Italia intende adottare per proteggere e sostenere i difensori e le comunità, in accordo con la specifica situazione di rischio.
Alcuni ulteriori punti da segnalare:
- La piena ed effettiva implementazione dei United Nations Guiding Principles on Business and Human Rights (UNGPs) dipende dal reale coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti. Per questa ragione, il Piano d’Azione dovrebbe creare e/o rinforzare meccanismi che determinano tale coinvolgimento, garantendo che ci siano informazione e accordo previ con le comunità interessate, così come consultazione e accordo costanti durante l’implementazione dei progetti imprenditoriali, con indicatori concreti del coinvolgimento e partecipazione di difensori e comunità;
- Il Piano d’Azione dovrebbe includere meccanismi di monitoraggio che garantiscano la partecipazione dei difensori e delle comunità coinvolte, in modo da garantire una maggiore accountability delle imprese. Difensori e comunità dovrebbero inoltre essere invitati a prendere parte nell’ideazione di meccanismi di monitoraggio che siano il più possibile adeguati al contesto;
- Raccomandiamo infine che il dialogo con imprese, sindacati, organizzazioni non governative e rappresentanti delle società civile avvenga secondo una modalità partecipativa e inclusiva, e che esso possa diventare anche uno strumento attraverso il quale segnalare in modalità confidenziale casi in cui i diritti umani vengono violati dalle imprese e i difensori si trovano in situazioni di rischio per aver denunciato le violazioni.
Il network “In Difesa Di” è composto da: AIDOS, Amnesty International Italia, Associazione Antigone, Centro di Ateneo per i Diritti Umani – Università di Padova, Centro Studi Difesa Civile, CISDA, Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili, Comune.info, AOI, ARCI, ARCS, Associazione Articolo 21, CGIL , Comitato Giustizia per i Nuovi Desaparecidos, COSPE, Fondazione Lelio e Lisli Basso-Issoco, Giuristi Democratici, Greenpeace Italia, Legambiente, Libera-Associazione Nomi e Numeri contro le mafie, Non c’è Pace senza Giustizia, Operazione Colomba – Comunità Papa Giovanni XXIII, Radicali Italiani, Rete per la Pace, Terra Nuova, Peace Brigades International – Italia, Progetto Endangered Lawyers/Avvocati Minacciati, Unione Camere Penali Italiane, Un ponte per…, Yaku.
Immagine di copertina: via Equality and Human Rights Commission.