Fertility Day, una campagna razzista e stigmatizzante

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Oggi è il giorno del cosiddetto “Fertility Day”, la giornata indetta dal ministero della Salute che per sensibilizzare sul tema della fertilità e della denatalità.
Le cose però non sono andate affatto bene: per sponsorizzare l’evento, dopo una campagna sessista (che è stata ritirata), è stata infatti promossa una nuova campagna, questa volta razzista (che è stata ritirata anch’essa).

“Quella della Lorenzin è una campagna brutta, aggressiva e razzista”.
– Patrizio Gonnella, presidente della Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili e di Antigone.

Insomma, un pasticcio comunicativo senza fine.
Prima la campagna di comunicazione che chiedeva alle donne di fare presto più figli possibile, scatenando accese polemiche sui social (e venendo da alcuni paragonata a quei regimi autoritari del Novecento invitavano a fare figli per servire meglio lo stato), al punto da venire ritirata dal Ministero.

Due delle immagini più contestate della (prima) campagna per il Fertility Day
Due delle immagini più contestate della (prima) campagna per il Fertility Day

Poi, il nuovo scivolone sulle “abitudini sane”, con una rappresentazione grafica accusata di razzismo: la nuova campagna mette infatti a confronto due coppie di giovani bianchi al mare e un gruppo di ragazzi, tra cui alcuni di colore, che fumano e assumono droghe, a rappresentare rispettivamente le buone e le cattive abitudini.

Buone e cattive abitudini?
Buone e cattive abitudini?

“La pubblicità per il Fertility Day – spiega Gonnella – è intrisa di un substrato ideologico che pensavamo ormai di esserci lasciati alle spalle. È di particolare gravità aver inserito in modo stereotipato tra i cattivi “compagni” un ragazzo solo perché di colore, così come reazionario è averne inserito uno per il fatto di avere i capelli lunghi. Riteniamo questo un atteggiamento razzista e stigmatizzante verso milioni di cittadini italiani”.

“I “cattivi” comportamenti non hanno certo una connotazione etnica, sociale o di orientamento sessuale come la Lorenzin vorrebbe invece convincerci sia. Per questo chiediamo al Governo e al Presidente del Consiglio Matteo Renzi di intervenire assumendo le dovute azioni, prima fra tutte quella di far ritirare questa pubblicità”.

– Patrizio Gonnella, presidente della Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili e di Antigone.

 

Nella consapevolezza, però, che il problema non è solo di comunicazione, ma riguarda le stesse premesse dell’iniziativa del Ministero – e cioè il voler ridurre la questione (sicuramente rilevante) della denatalità a una mancanza di informazioni e la tendenza a rinviare la maternità a una “colpa” delle donne che preferiscono l’affermazione personale, piuttosto che intervenire sulle cause reali del fenomeno. Perché, al contrario di ciò che ritiene il Ministero, non è l’attuale denatalità a mettere a rischio il welfare ma bensì la mancanza di welfare a mettere a rischio la natalità.

Dovrebbe insomma far riflettere il flop del Fertility Day, una iniziativa tutta sbagliata – e comunicata nel peggiore dei modi possibili.

 

Foto di copertina di Italy in US, via Flickr – Licenza (CC BY-ND 2.0)