Un disegno di famiglia per chiedere uguali diritti per tutti
“Disegno di famiglia“, questo il titolo del video – realizzato da Famiglie Arcobaleno, CondividiLove e Arcigay con il supporto di ILGA Europe – che ci mostra come il Natale dei bambini che crescono con due mamme o due papà non abbia proprio niente di diverso da quello della “famiglia tradizionale”: l’albero da fare, i regali da scartare ed i biscotti della nonna da mangiare, tanta felicità.
Gli ideatori hanno radunato alcuni bambini e bambine provenienti dalle più diverse tipologie di famiglie e gli hanno chiesto di disegnare il proprio Natale. I disegni realizzati sono stati poi mostrati a persone incontrate casualmente per strada. Il risultato? Nessuna tra le persone che ha commentato i disegni ha manifestato rifiuto o turbamento – perché “sempre una famiglia è”.
Lo scopo del video (e del sito che lo accompagna, pensato per fornire strumenti concreti per risolvere i dubbi più diffusi rispetto alle coppie formate tra persone delle stesso sesso e le loro famiglie) è quello di sensibilizzare il pubblico sulla proposta di legge sulle unioni civili di prossima discussione – per la precisione, a partire dal 26 gennaio 2016 – in Senato.
“Una legge che non riconosce la piena uguaglianza tra coppie omosessuali e eterosessuali ma che può rappresentare un primo passo verso il matrimonio egualitario”.
Così la descrive la presidente di Famiglie Arcobaleno, Marilena Grassadonia-
Uno dei punti maggiormente dibattuti della legge sulle unioni civili – da tempo nel mirino di partiti ed associazioni conservatrici che mirano a depotenziarla – è proprio la “stepchild adoption”, e cioè la norma che consente alle coppie gay e lesbiche con figli di dare una stabilità alla propria famiglia attraverso il riconoscimento del genitore non biologico.
Secondo Gabriele Piazzoni, segretario nazionale Arcigay,
si è perso di vista il cuore della questione sulla stepchild adoption, cioè il riconoscimento pieno dei bambini e delle bambine e delle loro famiglie dinanzi alla legge. Per questo abbiamo ritenuto giusto far parlare innanzitutto i bambini e le bambine e chiedere alle cittadine e ai cittadini di confrontarsi con i loro affetti, i loro sogni e le loro rappresentazioni.
Quale modo migliore per fare a tutte le famiglie gli auguri di buone feste, nella speranza che l’anno nuovo sia più felice e più giusto, per tutti e tutte?