Presentato il 6° Libro Bianco sulla legge sulle droghe

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La settimana scorsa a Roma è stato presentato il 6° Libro Bianco sulla legge sulle droghe, il primo dal superamento della legge Fini-Giovanardi, abolita il 12 febbraio 2014 dalla Corte Costituzionale, sancendo il ritorno alla legge Iervolino-Vassalli, con le modifiche introdotte con il referendum del 1993 e quelle successive introdotte dal decreto Lorenzin.

Il 6° Libro Bianco (scaricabile qui) indaga le conseguenze di questo cambiamento normativo, dopo 8 anni di applicazione della legge rivelatasi incostituzionale.

La diminuzione di 9.000 detenuti nel corso del 2014 è determinata dal calo dei detenuti per detenzione e spaccio di stupefacenti di circa 5.500 unità. Questo dato, seppur parziale, conferma il peso sulla giustizia e sul carcere della legislazione antidroga e rende urgente la modifica radicale del Dpr 309/90 per una completa depenalizzazione del consumo di sostanze stupefacenti compresa la coltivazione domestica di canapa, di misure alternative alla detenzione e di programmi di riduzione del danno.

La discussione su forme efficaci di regolamentazione del consumo, della produzione ed il commercio della cannabis è ormai nell’agenda della politica.

Come detto, il Libro Bianco si concentra innanzitutto sui numeri della repressione, partendo proprio da un dato importante, quel 28,38% degli ingressi in carcere per violazione dell’art. 73: il dato più basso dal 2006, e per la prima volta dopo 6 anni, sotto la fatidica quota del 30%. Solo un anno fa il dato era del 30,56%, mentre il picco era stato registrato nel 2012 con il 32,47%. 13.972 ingressi nel 2014 rispetto ai 18.151 dell’anno prima.

Il 33,56% dei detenuti presenti sono imputati/condannati per reati di droga. Un detenuto su tre; è molto, ma dal 2006 non si era mai scesi sotto il 37%, con un picco del 40,21% nel 2009. 17.995 presenti nel 2014 rispetto ai 23.346 dell’anno prima.
Un dato che va di pari passo con gli ingressi dei tossicodipendenti in carcere: il 27,5%. È il dato più basso dal 2007, in leggero calo rispetto al 2013, quando si attestava al 27,85%. Sono 13.810 rispetto ai 16.543 dell’anno prima.

Dato interessante è anche quello relativo a quel 49,16% delle violazioni della legge antidroga è per cannabinoidi, sarebbe a dire le sostanze meno nocive per i consumatori e meno remunerative per le narcomafie, che fa emergere tutti i limiti della repressione penale.

La stragrande maggioranza delle segnalazioni è per violazione dell’art. 73. La ben più grave condotta punita dall’art.74 riguarda poco più del 10% del totale delle segnalazioni. Anche questo è un pesante indizio di quanto la legislazione antidroga punti verso il basso, sia cioè indirizzata contro consumatori e spacciatori al minuto senza alcun reale rischio per i consorzi criminali più organizzati.

Infine c’è il dato delle persone segnalate alle prefetture per consumo: 31.272 nel 2014, il risultato più basso degli ultimi 8 anni, in netto calo rispetto alle 39.100 del 2013. Ben 26.663 cannabinoidi; mentre le sanzioni irrogate sono 14.051, continua il crollo delle richieste di programma terapeutico: nel 2006 erano 3008, nel 2013 sono scese fino a 241, nel 2014 si è arrivati addirittura a 107. In 8 anni un crollo del 96,45%, tanto che si può ormai affermare che la segnalazione al prefetto (e quindi ai servizi) non ha alcuna funzione terapeutica, bensì esclusivamente sanzionatoria.

Dopo questi numeri il Libro Bianco si concentra sulle misure alternative per chi commette reati legati alle droghe, delle pene illegittime che ancora trattengono in carcere persone condannate con la legge Fini-Giovanardi poi abolita e – grazie al contributo del CNR-Istituto di Fisiologia Clinica – dei consumi di sostanze psicoattive in Italia.

Infine, vengono presentate due proposte di legge. La prima è intitolata “Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, in materia di depenalizzazione del consumo di sostanze stupefacenti, di misure alternative alla detenzione e di programmi di riduzione del danno”.  La seconda è “Norme a tutela della salute per la regolamentazione del consumo, la produzione ed il commercio della cannabis indica e dei prodotti da essa derivati, per la prevenzione e la ricerca in materia di dipendenze”.

Nel Libro Bianco grande spazio e risalto viene dato alla conferenza UNGASS 2016 che potrà indirizzare le politiche globali sulla droga in un verso piuttosto che in un altro. L’auspicio è l’abbandono della war on drugs, in cambio di una politica di depenalizzazione e legalizzazione.

 

[Foto: Ro_Buk/Flickr]