Fondazione Beckley e LEAP schierati contro la “guerra alla droga”

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Cosa si intende quando si parla di “war on drugs”?

Spesso non è del tutto chiaro quali siano gli aspetti che le società occidentali intendono contrastare. Se “far guerra alla droga” vuol dire tentare di fermarne il mercato e ridurne i danni sulla società, è indubbio che le politiche finora adottate abbiano manifestamente fallito.

Nonostante siano in tanti ormai i paesi che hanno sperimentato con successo la riduzione dei danni (come ad esempio Regno Unito, Svizzera, Germania, Austria) e la depenalizzazione dell’uso personale, il proibizionismo resta ancora molto in voga, specie negli USA, da sempre in prima linea su questo fronte.

Restano tuttavia profonde contraddizioni da sciogliere: l’America è il più grande consumatore di droga, allo stesso tempo ben 20 stati hanno legalizzato l’uso medico della cannabis e due quello ricreativo. C’è un cambiamento in corso d’opera che coinvolge diversi aspetti della politica come anche della società civile, la quale contribuisce notevolmente ad un eccellente lavoro di ricerca.

La Fondazione Beckley si occupa proprio di questo.
Dal 2008 la Fondazione Beckley è una ONG di statuto consultivo speciale presso il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite, oltre ad essere parte del Comitato delle ONG di Vienna sugli stupefacenti.

Mira a riformare le politiche nazionali e internazionali in materia di droga attraverso la promozione di un approccio razionale ed empirico, lontano dall’attuale sistema proibizionista che ha inibito la libera ricerca scientifica a danno di molte persone in tutto il pianeta.

Tramite il finanziamento della ricerca punta ad individuare i potenziali benefici terapeutici di farmaci attualmente illegali e a valutare i diversi danni sociali causati da tutte le droghe. Inoltre, attraverso seminari internazionali in cui si discute la politica del farmaco alternativo, la Fondazione cerca di facilitare il dibattito tra responsabili politici e pubblico.

Amanda Feilding. Taken at Beckley Park, Oxford , UK.
Amanda Feilding. Taken at Beckley Park, Oxford , UK.

 

Al Guardian Amanda Feilding, direttrice della Fondazione Beckley, dichiara:

In questi tempi di crisi economica, è indispensabile esaminare le possibilità di ulteriori politiche sulla droga che siano efficaci in termini di costo. Le nostre politiche attuali basate sul proibizionismo si sono rivelate un fallimento a tutti i livelli. I consumatori non sono protetti e si mette una delle più grandi industrie del mondo nelle mani dei cartelli criminali, si criminalizzano milioni di consumatori gettando un’ombra sul loro futuro, si crea violenza e instabilità in particolare nei Paesi produttori e di transito”.

Uno sguardo un po’ più ampio, inoltre, ci permette di realizzare che anche le condizioni di molte regioni povere del mondo sono conseguenza del proibizionismo.

L’America Latina, come spiega Amanda, è stata devastata dalle guerre di droga, di cui è una delle maggiori regioni produttrici del mondo. Gruppi di criminalità organizzata sono diventati tanto ricchi e potenti da poter sovvertire le nazioni, corrompendo governi e forze dell’ordine e  terrorizzando intere popolazioni per cercare di dominare il narcotraffico.

 

Nella lotta all’antiproibizionismo c’è anche la LEAP (Law Enforcement Against Proibition), organizzazione no-profit costituita da membri ed ex membri delle forze dell’ordine e dalle comunità di giustizia penale, che si occupano di analizzare le ragioni dei fallimenti delle attuali politiche sulle droghe.

Tra i loro obiettivi principali c’è quello di educare il pubblico, i media e i responsabili politici sul fallimento di tali politiche; in secondo luogo mirano poi a ripristinare il rispetto del pubblico per le forze dell’ordine, diminuito proprio per il coinvolgimento di queste nelle politiche di proibizionismo.

Negli ultimi 50 anni il consumo di droga è aumentato in modo esponenziale, la potenza di droghe illegali è aumentata, sono sempre più facilmente a disposizione, e a un prezzo sempre più basso, spiega Annie Machon, direttore europeo della LEAP.

A fronte di questi dati, si domanda, come i governi possano rivendicare una vittoria in questa “guerra alla droga” per creare un “mondo libero dalla droga”. Al contrario il divieto ha permesso un mercato nero globale e in crescita esponenziale.

LEAP sostiene che solo la piena regolamentazione, il controllo e la tassazione del mercato della droga può risolvere la piaga del traffico di droga internazionale, fino ad allora questi profitti resteranno nelle mani della criminalità organizzata.