Le condizioni detentive indegne nel CPR di Palazzo San Gervasio
Lunedì, 16 dicembre, una delegazione di CILD, composta dalle ricercatrici Giulia Fabini e Francesca Esposito, dall’etnopsichiatria Monica Serrano e dagli avvocati Arturo Covella e Federica Borlizzi ha effettuato una visita ispettiva nel CPR di Palazzo San Gervasio, a cui si è aggiunta – in un’altra visita – la deputata Rachele Scarpa, accompagnata dalla dottoressa Venilia Cocco.
La visita ispettiva è durata in totale 7 ore (dalle 13h alle 20h). Nel CPR erano presenti 79 persone provenienti principalmente da Tunisia, Egitto e Marocco. Il Centro di Palazzo San Gervasio si conferma uno dei peggiori d’Italia: le celle di pernotto, visitate dalla delegazione, sono costituite da vere e proprie gabbie, con sbarre che coprono financo il cielo creando un effetto “pollaio” in cui le persone sono costrette a passare tutto il giorno, essendo impossibilitate ad uscire dai moduli. In alcuni di questi, peraltro, erano completamente assenti finestre e porte, con i detenuti costretti a morire di freddo. La delegazione ha avuto modo di parlare con molte delle persone trattenute e di constatare la presenza di soggetti fortemente vulnerabili del tutto incompatibili con la vita in comunità ristretta: anziani claudicanti; neomaggiorenni; psichiatrici. Preoccupa, in particolare, la totale assenza di personale medico e la presenza, nel giorno dell’ispezione, di un solo infermiere (al suo primo giorno di lavoro) che è rimasto nel CPR fino alle 16h, con una chiara violazione della normativa che richiede l’assistenza infermieristica h24. Nelle ore successive in cui la delegazione è rimasta nel Centro, le terapie farmacologiche erano illegittimamente somministrate da personale OSS, compresi gli psicofarmaci. Proprio rispetto a questi ultimi la delegazione ha appreso che l’assistenza psichiatrica è affidata dall’ente gestore ad un medico privato presente nel Centro per 5 giorni al mese, anche in questo caso siamo dinanzi ad una chiara violazione delle disposizioni normative che attribuiscono tale competenza esclusivamente al Servizio Sanitario Nazionale.
La delegazione ha avuto modo di acquisire la documentazione sanitaria di alcuni detenuti, da cui emerge un abuso nella somministrazione di psicofarmaci, erogati senza alcuna diagnosi e prescrizione medica. Inaccettabile è la condizione di un ragazzo marocchino, completamente catatonico, che si è visto quadruplicare, nel giro di pochi giorni, il dosaggio degli psicofarmaci senza alcuna motivazione medica e senza alcun monitoraggio degli effetti devastanti che questi stanno producendo sulla sua salute psicofisica. Infine, la delegazione ha acquisito il registro degli eventi critici che appare del tutto inadeguato e suscettibile di manomissioni.In seguito a tale visita ispettiva, nella mattinata del 17 dicembre, l’avv. Borlizzi a nome di CILD e la la deputata Scarpa hanno depositato personalmente alla Procura della Repubblica di Potenza un esposto (una sintesi è disponibile a questo link) basato sulla visita ispettiva effettuata il 10 agosto e sull’attività di monitoraggio dei sei mesi successivi, con numerose segnalazioni di gravi casi rispetto ai quali sono mancate un’adeguata presa in carico e la dovuta attività di controllo da parte delle autorità competenti. Tale esposto verrà, nelle prossime ore, integrato con le risultanze dell’attività ispettiva svolta il 16 dicembre, che saranno condivise anche con il Garante nazionale delle persone private della libertà personale.
Le visite ispettive ed il costante lavoro di segnalazione alle autorità competenti portato avanti dalla parlamentare e da CILD conferma quanto evidenziato dal Comitato Europeo di Prevenzione della Tortura (CPT) che, il 13 dicembre 2024, ha pubblicato il Rapporto delle attività ispettive effettuate nei CPR italiani, tra cui Palazzo San Gervasio, ad aprile. Lo stesso CPT ha, infatti, evidenziato come nel Centro in provincia di Potenza si siano verificati casi di maltrattamenti a danno dei detenuti e come si assista ad un vero e proprio abuso nell’utilizzo di psicofarmaci: “diluiti nell’acqua” e “somministrati senza prescrizione medica e supervisione”, con la presenza di persone che mostravano chiari segni di intossicazione da psicofarmaci, usati -continua il CPT- per “mantenere calma” la popolazione detenuta (p.15).La Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili e la deputata Rachele Scarpa continueranno nel lavoro ispettivo in tutti i CPR italiani, allo scopo di arrivare alla chiusura di questi centri detentivi, non degni di uno Stato di Diritto, che producono inevitabilmente sofferenza, violenza e talvolta morte.