Ero straniero. Presentata oggi a Roma la campagna
Prende avvio oggi l’iniziativa Ero straniero. L’umanità che fa bene, una campagna culturale e una legge di iniziativa popolare per cambiare il racconto e le politiche sull’immigrazione in Italia.
Ero Straniero si basa sulla necessità di lanciare un movimento culturale per contrastare la percezione del fenomeno migratorio come pericolo e la gestione emergenziale che ne consegue, promuovendo in alternativa l’idea che un’accoglienza diffusa e di qualità è capace di allargare la cittadinanza, renderla inclusiva, coesa e sicura, per tutti.
A fronte del carattere strutturale del fenomeno migratorio, vanno rifiutate le risposte emergenziali. La campagna propone dunque soluzioni concrete e realizzabili, con un duplice obiettivo: da un lato, garantire migliori condizioni di vita alle persone che cercano un futuro nel nostro Paese senza gravare sulle fasce più deboli della popolazione; dall’altro, combattere a livello culturale la presa che le politiche di chiusura hanno su porzioni crescenti di cittadinanza. La campagna culturale e la legge di iniziativa popolare che ne consegue sono dunque volte a vincere la sfida dell’immigrazione, puntando su accoglienza, lavoro e inclusione, e a superare la legge Bossi-Fini, garantendo diritti a chi non ne ha.
Ero straniero – L’umanità che fa bene è una campagna promossa da: Radicali Italiani, Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani”, Acli, Arci, Asgi, Centro Astalli, Cnca, A Buon Diritto, Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili, con il sostegno di numerosi sindaci e organizzazioni impegnate sul fronte dell’immigrazione, tra cui Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, ma anche parrocchie, associazioni imprenditoriali e sindacali, centri culturali, comunità immigrate, e altri ancora. Il movimento culturale consiste dunque in una alleanza ampia e forte tra realtà che, pur appartenenti a culture diverse, trovano un terreno comune si uniscono per garantire diritti a chi non ne ha e per promuovere la cultura dell’accoglienza e dell’inclusione, l’unica di fatto a produrre coesione sociale.
La campagna di mobilitazione mira a raggiungere i seguenti obiettivi concreti:
Unificazione nello SPRAR dell’intero sistema di accoglienza al fine di promuovere percorsi di inclusione, autonomia e diritti, mediante iniziative di scolarità, di formazione professionale, di lavoro dignitoso e di coinvolgimento nel volontariato, partendo dall’idea che i migranti possano essere una risorsa.
Dopo l’approvazione definitiva delle proposte di legge in materia di minori stranieri non accompagnati va subito adeguata la legislazione relativamente all’acquisizione della cittadinanza, conformandola al mutato contesto sociale nel quale troppi cittadini di fatto non sono riconosciuti tali dall’ordinamento.
L’introduzione di nuove modalità d’ingresso nel nostro paese, garantendo ai soggetti più vulnerabili una procedura di esame delle domande di protezione più rapida ma rispettosa delle garanzie giurisdizionali previste dal diritto nazionale e internazionale; una revisione dei canali ordinari di ingresso per lavoro senza a fronte di flussi migratori sempre più “misti”, al fine ultimo di abrogare il reato di clandestinità; il rifiuto degli accordi internazionali stipulati, senza il controllo del Parlamento, con paesi che violano i diritti umani e non rispettano il diritto internazionale comprimere i diritti delle persone più vulnerabili.
A fronte degli obiettivi, si presentano proposte legislative su cui costruire l’iniziativa popolare:
Permesso di soggiorno temporaneo (12 mesi) per facilitare la ricerca di occupazione e l’incontro tra datori di lavoro italiani e lavoratori stranieri non comunitari anche attraverso attività d’intermediazione, esercitate da tutti i soggetti pubblici e privati già indicati nella legge Biagi e nel Jobs Act (centri per l’impiego, agenzie private per il lavoro, enti bilaterali, università, ecc.), ai quali sono aggiunti i fondi interprofessionali, le camere di commercio e le Onlus, oltre alle rappresentanze diplomatiche e consolari all’estero.
Reintroduzione del sistema dello sponsor (sistema a chiamata diretta), previsto dalla legge Turco Napolitano, anche da parte di singoli privati per l’inserimento nel mercato del lavoro del cittadino straniero con la garanzia di risorse finanziarie adeguate e disponibilità di un alloggio per il periodo di permanenza sul territorio nazionale.
Regolarizzazione su base individuale degli stranieri “radicati”, ovvero coloro che si trovino in situazione di soggiorno irregolare se è dimostrabile l’esistenza in Italia di un’attività lavorativa (trasformabile in attività regolare o denunciabile in caso di sfruttamento lavorativo) o di comprovati legami familiari o l’assenza di legami concreti con il paese di origine. Si prevede la possibilità di trasformare il permesso di soggiorno per richiesta asilo in permesso per lavoro anche nel caso del richiedente asilo diniegato in via definitiva che abbia svolto un percorso fruttuoso di integrazione. Tale permesso di soggiorno dovrebbe essere rinnovabile anche in caso di perdita del posto di lavoro.
Nuovi standard per riconoscere le qualifiche professionali, in modo da introdurre procedure accertamento standardizzate che permettano la verifica delle abilità e delle competenze individuali acquisite mediante precedenti esperienze professionali e non solo il titolo acquisito all’estero.
Misure per l’inclusione attraverso il lavoro dei richiedenti asilo, tramite l’ampliamento del sistema Sprar e puntando su un’accoglienza diffusa capillarmente nel territorio con piccoli numeri, rafforzando il legame territorio/accoglienza/inclusione attraverso tre azioni essenziali: apprendimento della lingua, formazione professionale, accesso al lavoro.
Godimento dei diritti previdenziali e di sicurezza sociale maturati, che vanno garantiti ai lavoratori extracomunitari che decidono di rimpatriare definitivamente in modo che possano goderne, al verificarsi della maturazione dei requisiti previsti dalla normativa vigente, anche in deroga al requisito dell’anzianità contributiva minima di vent’anni.
Uguaglianza nelle prestazioni di sicurezza sociale, eliminando tutte le disposizioni che richiedono, per l’accesso a molte prestazioni di sicurezza sociale (assegno di natalità, indennità di maternità di base, sostegno all’inclusione attiva ecc.), il requisito del permesso di lungo periodo, tornando al sistema originario che prevedeva la parità di trattamento nelle prestazioni per tutti gli stranieri titolari di un permesso di almeno un anno.
Garanzie per un reale diritto alla salute dei cittadini stranieri, tramite interventi legislativi a livello nazionale, affinché tutte le Regioni diano completa e uniforme attuazione delle norme vigenti in materia di accesso alle cure per gli stranieri non iscrivibili al Sistema sanitario nazionale (SSN).
Effettiva partecipazione alla vita democratica, ovvero elettorato attivo e passivo per le elezioni amministrative a favore degli stranieri titolari del permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo.
Abolizione del reato di clandestinità, abrogando l’articolo 10-bis del decreto legislativo 26 luglio 1998, n. 286.