Intervista a Gabriele Piazzoni, Segretario Generale di Arcigay.

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Abbiamo intervistato Gabriele Piazzoni*, Segretario Generale di Arcigay, in occasione del Pride month, un periodo durante il quale si svolgono tantissimi eventi, manifestazioni, iniziative che celebrano le conquiste, la visibilità e l’orgoglio della comunità LGBTQIA+.


*Dal 2018, Gabriele ricopre la carica di Segretario Generale di Arcigay, di cui è attivista dal 2007, avendo anche ricoperto il ruolo di Presidente del Comitato Territoriale Arcigay di Cremona dal 2010. Nello stesso anno, è diventato membro del Consiglio Nazionale dell’Associazione. È stato anche consulente legislativo e assistente parlamentare durante la XVII legislatura sotto i governi Letta e Renzi (dal 2013 al 2015). Appassionato di diritti civili, ha collaborato con diverse organizzazioni in questo ambito e dal 2009 è Presidente della cooperativa Linfa scrl, che fornisce servizi di organizzazione eventi, editoria, stampa, grafica e pubblicità. È inoltre membro del direttivo di CILD

 

1) La storia di ARCIGAY è fondamentale per comprendere il movimento LGBTQIA+ in Italia. Ci racconteresti come è nata ARCIGAY e quali sono stati i momenti più significativi della sua storia?

Arcigay come la conosciamo oggi, ossia come una realtà che federa decine di associazioni territoriali in tutto il Paese nasce nel 1985, ma la sua origine, la nascita dell’idea di Arcigay è del 1980, quando a seguito del tragico delitto di Giarre in Sicilia, in cui persero la vita due giovani ragazzi con la sola colpa di amarsi in una società che non accettava la loro relazione, un gruppo di omosessuali decise che era ora di dire basta a tutto ciò e dando vita al primo circolo Arcigay a Palermo. Da li in avanti nel corso dei successivi decenni l’associazione è cresciuta e si è strutturata e ramificata, fino ad arrivare al colosso che è oggi.

2) ARCIGAY ha svolto un ruolo cruciale nella promozione dei diritti LGBTQIA+ in Italia. Quali sono le principali battaglie che l’associazione sta affrontando oggi?

Difficile fare un elenco degli innumerevoli fronti su cui è impegnata Arcigay, perché oltre al tentativo di ottenere leggi e normative non discriminatorie e che tutelino ogni forma di diversità e di famiglie senza escludere nessuna persona, la sfida più grande è la gigantesca battaglia per il cambiamento socio-culturale del nostro Paese. Una delle attività più complesse da portare avanti perché attraversa i decenni e le generazioni che si susseguono una dopo l’altra, uno sforzo titanico per spostare il modo in cui le persone vivono e vedono le differenze che appartengono alla nostra società, così che essere differenti da come prevede “la normalità” non sia più un problema. In sintesi cercare di far capire appieno alla nostra società che è proprio la diversità la caratteristica  che ci rende eguali.

3) Durante il Pride Month, è importante riflettere sui progressi fatti ma anche sulle sfide ancora da superare. Quali sono le principali sfide che la comunità LGBTQIA+ deve ancora affrontare in Italia?

Oltre alla quotidiana battaglia che la comunità LGBT+ deve affrontare per poter essere liberamente se stessa, indubbiamente la sfida immediata è quella di non permettere passi indietro rispetto a tutto quanto siamo riusciti faticosamente ad ottenere. Difendere la libertà ancora parziale, che abbiamo raggiunto e proseguire per ottenere leggi e normative che la maggior parte di paesi simili al nostro in Europa hanno già ottenuto: il Matrimonio egualitario, la parità di trattamento per le famiglie arcobaleno, percorsi di affermazione di genere per le persone trans* che non siano un calvario e misure di contrasto e prevenzione ad ogni forma di discriminazione o violenza legata all’orientamento sessuale o all’identità di genere.

4) Ci piacerebbe conoscere un aneddoto personale che ti ha spinto a diventare attivista e poi a ricoprire il ruolo di Segretario Generale di ARCIGAY.

Una delle cose che sicuramente mi ha spinto a fare l’attivista era una massima di mio nonno: “quando le cose non vanno chi ne ha le capacità ha la responsabilità di agire”. Certo mio nonno era un politico democristiano che forse aveva una idea decisamente diversa dalla mia di come e a cosa applicare questa massima e mai avrei immaginato che questa cosa mi avrebbe spinto a ricoprire il ruolo di Segretario Generale di Arcigay, ma personalmente mi ha sempre guidato a non essere indifferente, anzi a trovare pure un po’ fastidiosa l’indifferenza di molte persone alle ingiustizie e alle cose che non vanno bene, credo che ciascuna persona secondo le proprie capacità e possibilità possa fare qualcosa per migliorare un pochino il mondo in cui viviamo.

5) Il Pride Month è un momento di celebrazione ma anche di riflessione.
Qual è il significato personale del Pride Month per te?  C’è un messaggio che vorresti trasmettere alla comunità LGBTQIA+ e alle persone alleate?

Il Pride è la sintesi dell’apprezzamento per ogni varianza umana, così vedo il Pride e le caratteristiche che deve avere, un luogo attraversabile da qualunque persona nella piena libertà di poter essere liberamente ciò che vuole. Unico discrimine è il rifiuto di ogni discriminazione. Il Pride è il più grande regalo che la comunità LGBTQIA+ poteva fare alla nostra società, un luogo in cui tutte le diversità sono previste e ogni soggettività è libera di essere. Un luogo in cui tutti gli schemi sociali e culturali sono validi, un luogo in cui gli schemi di vita che da sempre siamo abituati a considerare giusti e immodificabili possono essere messi in discussione e riorganizzati nella totale libertà delle persone di cercare la propria formula della felicità, senza giudizi e pregiudizi di sorta.

6) In quanto figura di spicco dell’attivismo LGBTQIA+, quali cambiamenti hai osservato nella percezione della comunità LGBTQIA+ da parte della società italiana nel corso degli anni?

È indubbio, al di la dei tanti ritardi legislativi del nostro Paese e della tanta violenza e discriminazione che tutt’ora permane verso le persone LGBTQIA+, che negli ultimi decenni abbiamo potuto osservare e vivere un cambiamento epocale della società italiana. Specialmente dal 2000 in poi vi è stato un crescendo di visibilità e cambiamento culturale che ha rivoluzionato l’Italia, per non parlare della svolta che abbiamo potuto registrare dopo l’approvazione della legge sulle Unioni Civili, che ha aumentato esponenzialmente la visibilità e, forse è brutto dirlo, ma necessario, la legittimità dell’esistenza della persone LGBTQIA+. Una aumentata visibilità e una voglia di lottare che ho potuto toccare con mano attraverso il moltiplicarsi dei pride che da meno di una decina, oggi sono oltre 50 in tutta Italia, una gigantesca Ondapride che investe il paese e che lancia un chiaro messaggio, indietro non si torna, e per quanto ci riguarda continueremo a lottare fino alla piena uguaglianza.

7) Guardando al futuro, quali sono sogni e speranze per la comunità LGBTQIA+ in Italia e per ARCIGAY come organizzazione?

Sogno un Paese in cui nessuno debba mai più avere paura per ciò che è, un paese libero in cui nessuno debba dire a qualcun’altro che c’è un modo giusto di essere e di amare, una società in cui la nostra stessa organizzazione non debba più essere costretta ad incredibili battaglie per ottenere ciò che dovrebbe appartenere ad ogni civiltà democratica. Confido che in futuro le persone che si troveranno a fare attivismo in una associazione come Arcigay guardino con stupore a tutto lo sforzo che in questi decenni abbiamo dovuto profondere per affermare ciò che dovrebbe essere ovvio, ossia che le persone LGBTQIA+ esistono e chiedono solo la libertà di esistere. Spero che Arcigay resti sempre nei decenni quel laboratorio di messa in discussione e di rielaborazione delle convenzioni e della realtà che ci circonda, alla ricerca continua della formula giusta della felicità per ogni persona, per quanto questo possa far venire l’orticaria a qualche persona.

 

ARCIGAY è la principale associazione italiana che si occupa della tutela dei diritti delle persone LGBTQIA+ (lesbiche, gay, bisessuali, transgender e altre minoranze sessuali e di genere). Fondata nel 1985, ARCIGAY ha come missione la promozione dell’uguaglianza, la lotta contro ogni forma di discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, e la difesa dei diritti civili. L’associazione opera attraverso una rete di comitati locali presenti in tutto il territorio nazionale, offrendo supporto, servizi di consulenza e organizzando campagne di sensibilizzazione, eventi culturali e manifestazioni, tra cui i Pride.

 

Foto copertina via Ttwitter/Arcigay