CILD e StraLi per la difesa della libertà di espressione

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La libertà di espressione e di informazione sta subendo in tutta Europa un preoccupante restringimento. Anche in Italia la situazione presenta dei livelli di criticità importanti: le azioni legali contro giornalisti e società civile (Slapp) sono uno strumento di pressione sempre più utilizzato per evitare le inchieste; in questo panorama CILD sta portando avanti, insieme a StraLi, un progetto coordinato dall’European Implementation Network (EIN) sulla libertà di espressione.

EIN è un’organizzazione che si occupa di monitorare l’implementazione da parte degli Stati membri del Consiglio d’Europa delle sentenze di condanna della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (la Corte EDU). Circa 300 di queste sentenze riguardano la violazione del diritto alla libertà di parola e circa il 50% sono ancora in attesa di attuazione da parte degli Stati membri.

In tutta Europa una serie di organizzazioni sta quindi lavorando affinché gli Stati si conformino alle decisioni della Corte Edu e superino per via legislativa le cause che avevano portato alle violazioni accertate. 

In Italia, in questo momento, l’attenzione di CILD e StraLi è su due sentenze in particolare: “Ricci v. Italia” e “Associazione Politica Nazionale Lista Marco Pannella V. Italia”. La prima riguarda la tutela della libertà di stampa contro l’utilizzo della pena detentiva nei casi di divulgazione illecita di informazioni riservate. Nel caso specifico Antonio Ricci, regista e ideatore del programma satirico “Striscia la notizia” aveva ottenuto immagini registrate di una trasmissione televisiva della RAI, mai andata in onda, nelle quali due persone erano state chiamate sapendo che si sarebbero dovute scontrare tra loro. Nel mandare in onda il servizio la volontà era quella di far vedere come spesso anche i litigi fossero una strategia di audience. Tuttavia una delle due persone riprese nel servizio non aveva autorizzato la trasmissione delle immagini e, di conseguenza, querelò Ricci che fu condannato anche ad una pena detentiva (se pur mai effettivamente scontata). Da qui il ricorso alla Corte EDU che stabilì come la pena detentiva fosse del tutto sproporzionata per il livello della violazione, tenuto conto della “scarsa” rilevanza del contenuto delle informazioni divulgate, condannando l’Italia per violazione dell’art. 10 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU). La seconda decisione, oggetto di riflessione, riguarda il pluralismo informativo, in particolar modo una vicenda relativa al servizio pubblico radiotelevisivo. Il ricorso alla Corte EDU era stato presentato in quanto, a detta del ricorrente, non era stato riconosciuto il giusto spazio ai temi che l’Associazione Politica Nazionale Lista Marco Pannella portava avanti all’interno dei più importanti programmi d’informazione e della TV pubblica. La vicenda aveva visto il coinvolgimento dell’AgCom (l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) che aveva per due volte archiviato i procedimenti avviati dall’Associazione ritenendo che  non vi fosse alcuna violazione da parte della RAI poiché gli spazi erano sufficienti a consentire all’Associazione di poter divulgare le proprie iniziative. Tuttavia la Corte EDU fu di parere diverso e condannò invece l’Italia, anche in questo caso rilevando la violazione dell’art. 10 della CEDU e sancendo, tra l’altro, come non ci possa essere democrazia senza pluralismo televisivo. 

Proprio in merito a queste pronunce della Corte EDU, CILD e StraLi stanno elaborando due  comunicazioni ai sensi dell’art. 9 par. 2 del “Regolamento del Comitato dei ministri per la supervisione dell’esecuzione delle sentenze e dei termini di regolamenti amichevoli” sull’attuale stato di implementazione delle suddette decisioni da parte delle competenti autorità italiane da presentare al Comitato dei Ministri, portando così all’attenzione del Consiglio d’Europa il mancato adeguamento dell’Italia ai principi della Corte EDU . 

CILD e StraLi intendono dare atto delle problematiche ancora aperte rispetto alle due condanne e di come la libertà di espressione e di informazione e il pluralismo possano essere compromessi.

Per ragionare sul tema, lo scorso 8 maggio è stata organizzata una tavola rotonda a Roma, a cui hanno partecipato, insieme a CILD e Strali, alcuni stakeholders qualificati: Ossigeno per l’Informazione, Ordine dei Giornalisti, Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa, The Good Lobby Italia, Article 19, Greenpeace, and ReCommon.

 

Puoi approfondire la questione libertà di espressione attraverso il Media Freedom Report 2024.