CILD a Ginevra per la UPR pre-session
Di Sara Gherardi
In occasione della 48esima sessione della Revisione Periodica Universale (Universal Periodic Review, UPR), il Consiglio Diritti Umani dell’ONU valuterà i Paesi sotto revisione rispetto alla loro condizione dei diritti umani. Il riesame avverrà sulla base di report presentati da diverse realtà – dal governo o istituzioni nazionali indipendenti, dalle organizzazioni di società civile e da appositi Gruppi di Lavoro (Working Groups).
A luglio CILD aveva presentato il suo contributo “CILD Joint Submission UPR 2024”, elaborato in collaborazione con alcuni dei soci della Coalizione, tra cui Associazione Antigone, Associazione 21 luglio, Cittadinanzattiva e Lunaria.
In vista della sessione ufficiale prevista a gennaio 2025, CILD ha partecipato alla sessione preliminare (pre-session) organizzata da UPR Info. L’evento, tenutosi a Ginevra dal 19 al 22 novembre, è stata un’importante opportunità per le organizzazioni della società civile di condividere le loro osservazioni sullo stato dei diritti umani nel loro Paese davanti alle delegazioni dei Paesi incaricati di presentare raccomandazioni. Insieme a CILD, hanno partecipato all’incontro le organizzazioni: Amnesty International – Italia, Fondazione Pangea, the International Alliance of Inhabitants, the Italian National Committee for UNICEF, and the Secular Franciscan Order (SFO) of Sardinia.
Davanti alle delegazioni permanenti presenti, CILD ha affrontato alcune delle principali criticità in termini di diritti umani in Italia, valutando l’implementazione delle raccomandazioni ricevute nel 2019, anno in cui si è tenuta l’ultima revisione. In particolare, il nostro statement ha toccato tre punti centrali: migrazione e detenzione amministrativa; la criminalizzazione della società civile e il restringimento dello spazio civile; libertà di espressione e dei media.
Nel 2019, oltre 60 raccomandazioni erano state presentate sul tema della migrazione, che rimane una questione di centrale criticità in Italia. La mancanza di un quadro giuridico coerente sulla migrazione porta a violazioni dei diritti umani, tra cui condizioni di accoglienza inadeguate. Recenti politiche hanno ridotto l’applicabilità dei tipi di protezione e hanno aumentato il periodo di detenzione amministrativa di migranti, aggravando le preoccupazioni relative al diritto all’asilo, alla salute, all’accesso legale e al monitoraggio delle condizioni.
Gli accordi di cooperazione con la Libia e di esternalizzazione in Albania sollevano questioni legali ed etiche, tra cui violazioni degli obblighi di non respingimento e delle leggi UE.
Abbiamo poi sottolineato come, nonostante le raccomandazioni, l’Italia continui a criminalizzare le ONG e i difensori dei diritti umani. In particolare, il Decreto Piantedosi (2023) impone elevate sanzioni e misure restrittive alle ONG impegnate nei soccorsi in mare, ostacolandone le operazioni e assegnando porti di sbarco lontani. Il cosiddetto DDL Sicurezza (DDL n. 1660) minaccia lo spazio civico, criminalizzando proteste pacifiche. Persiste anche l’assenza di un’Istituzione Nazionale per i Diritti Umani (NHRI) in conformità con i Principi di Parigi.
Inoltre, abbiamo posto l’attenzione sulle crescenti minacce all’autonomia dei giornalisti, che in Italia affrontano sempre più spesso azioni legali e attacchi fisici, in particolare quando trattano temi sensibili come corruzione e questioni politiche. La libertà dei media è peggiorata, con l’Italia al 46° posto nell’Indice Mondiale della Libertà di Stampa, a causa della crescente interferenza politica e di casi di censura nei media di servizio pubblico. Le riforme legali sulla diffamazione non sono in linea con la Direttiva Anti-SLAPP dell’UE e vengono invece usate per reprimere il dissenso. Nuove leggi prendono di mira attivisti e critici, creando un ambiente ostile. Rapporti internazionali evidenziano problemi sistemici come la violenza della polizia e il profiling razziale, anche durante proteste.
CILD si è rivolta alle delegazioni presenti alla pre-session per sollecitare il governo a promuovere una migliore protezione dei diritti umani, che includa in particolare:
- L’istituzione di un sistema di accoglienza per persone migranti basato sui diritti umani;
- Il progressivo smantellamento della detenzione per persone migranti;
- La sospensione degli accordi con Albania e Libia;
- L’interruzione del processo di criminalizzazione e restringimento dello spazio civico tramite l’avvallamento del DDL n. 1660;
- L’istituzione di un’Istituzione Nazionale per i Diritti Umani (NHRI);
- La tutela del diritto di protesta e della libertà di espressione.
Per saperne di più, trovi qui lo statement presentato durante la sessione preliminare del 22 novembre e il contributo elaborato con i soci di CILD.