Libertà dei media in pericolo e deriva democratica in Italia

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di Sara Gherardi

Un report da poco pubblicato ha confermato che la deriva democratica e le minacce alla libertà dei media stanno diventando sempre più un tema critico in Italia. Di fronte al rapido deterioramento della libertà dei media in Italia – particolarmente evidente nel clima delle elezioni europee 2024 – il Media Freedom Rapid Response (MFRR) ha organizzato una missione straordinaria in Italia nelle giornate del 16 e 17 maggio scorsi chiamando associazioni, giornalisti, esperti, rappresentanti istituzionali a un confronto urgente. CILD ha avuto l’opportunità di partecipare a questa missione, in cui si sono discussi tre argomenti critici: le pressioni legali sui giornalisti critici, l’ingerenza politica nei media pubblici e la possibile acquisizione dell’AGI, una delle più importanti agenzie di stampa del Paese. I risultati di questo scambio sono stati pubblicati nel report “Silencing the fourth estate: Italy’s democratic drift” pubblicato a fine luglio da MFRR. 

Il MFRR è un meccanismo – cofinanziato dalla Commissione Europea – che traccia, monitora e reagisce alle violazioni della libertà di stampa e dei media negli Stati membri dell’UE e nei Paesi candidati. Per quanto riguarda l’Italia ne fa parte  Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa.

Il report pubblicato riporta le conclusioni principali di questa missione di advocacy, supportate dai risultati della continua attività di monitoraggio curata dal MFRR. É stata analizzata l’interazione tra legislazione europea e recenti proposte di legge volte a regolare la libertà dei media. In contrasto con il trend europeo, in Italia sono in aumento le procedure SLAPP, ovvero intimidazioni legali iniziate da rappresentanti istituzionali (ma non solo) contro giornalisti e organizzazioni della società civile, che strumentalizzano il diritto penale al fine di ostacolare il lavoro di inchiesta e di approfondimento sulle attività del governo e di altre realtà, mettendo a tacere il dissenso e le critiche. Tra queste, esemplare è la denuncia per diffamazione riportata dalla Presidente del Consiglio contro lo scrittore Roberto Saviano. Urge quindi che l’Italia riformi la propria legislazione in conformità con la recente direttiva anti-SLAPP dell’Unione Europea, per decriminalizzare la diffamazione a mezzo di stampa e proteggere i giornalisti dello svolgimento del loro lavoro.

In prossimità delle elezioni europee di giugno 2024, l’attenzione è stata portata sulla c.d. disposizione par condicio, che regola il tempo di trasmissione concesso a ogni parte politica per assicurare imparzialità e pluralismo, dunque fondamentale in tempo di elezioni. L’emendamento apportato è stato criticato in quanto favorisce i partiti di maggioranza, aggravando ulteriormente l’assoggettamento del servizio pubblico da parte della coalizione di governo. Sono state sollevate preoccupazioni riguardo alla propaganda politica diretta nelle trasmissioni pubbliche. A seguito della nomina del nuovo CdA della RAI, la tensione negli ambienti dell’emittente è sfociata in scioperi e dure dichiarazioni da parte di vari giornalisti, e addirittura nelle dimissioni, forzate o non, di diversi conduttori, in protesta al susseguirsi di eventi di censura. Questa realtà risulta in grave contrasto con le  misure definite dall’European Media Freedom Act. L’organizzazione degli stati generali sulla libertà dei media, supportata dalla Senatrice Barbara Florida, è necessaria per formulare una legge sui media in conformità con l’EMFA. 

Infine, la potenziale acquisizione di AGI è motivo di grave preoccupazione in termini di possibile impatto sul pluralismo dei media (o sulla sua mancanza) in Italia. In particolare, l’acquisitore sarebbe Antonio Angelucci che, oltre ad essere parlamentare della Lega, è anche proprietario di varie testate giornalistiche di destra e imprenditore nell’ambito della sanità privata. Questa acquisizione avrebbe gravi conseguenze sul pluralismo dei media e sulla concentrazione della proprietà di mezzi di informazione in Italia, oltre a importanti conflitti di interesse. A marzo i giornalisti dell’AGI hanno scioperato per due giorni, dimostrando la loro opposizione a questa operazione che potrebbe stabilire un pericoloso precedente di accettazione di conflitto di interessi, mettendo a rischio altre agenzie di stampa nel paese.

In conclusione, il deterioramento democratico dell’Italia è facilitato dal vacillante pluralismo dei media e dall’erosione della libertà dei media, al fine di mettere a tacere il giornalismo indipendente e critico del governo in carica. Urge quindi allineare le normative italiane con gli standard dell’UE e internazionali, in particolare riguardo all’indipendenza dei media pubblici, al contrasto delle SLAPP, alla riforma delle leggi sulla diffamazione e alla gestione dei conflitti di interesse nel mercato dei media. A questo proposito, il report include raccomandazioni dettagliate per gli attori istituzionali e governativi italiani, indicando le azioni da intraprendere per contrastare il deterioramento della libertà dei media e implementare le riforme necessarie.

Durante la missione italiana, nonostante la richiesta fatta pervenire, nessun membro del governo ha voluto incontrare gli esperti del Media Freedom Rapid Response, in un preoccupante segno di chiusura rispetto a meccanismi indipendenti di valutazione, nel caso specifico, della libertà di espressione in Italia.

 

Immagine di  via Flickr. Licenza CC BY 2.0