SPOTLIGHT: “Recuperare i nostri valori”. Laura Liberto
In questo spotlight intervistiamo Laura Liberto, presidente di Cild.
1. Qual è stato il tuo percorso per arrivare a diventare presidente di Cild?
Sono entrata in Cild grazie a Cittadinanzattiva, organizzazione che ha partecipato alla costituzione della Coalizione, in cui sono impegnata da oltre 15 anni e dove coordino la rete nazionale Giustizia per i Diritti. Ho fatto parte del direttivo di Cild e successivamente ho rivestito il ruolo di vice- presidente.
2. Cosa trovi di più interessante nel tuo lavoro?
La prima cosa bella, stimolante del mio lavoro, è la piena coincidenza della dimensione dell’impegno con quella professionale. Lavorare con un’organizzazione civica che opera per la difesa e la promozione dei diritti di tutti, in particolare dei diritti delle persone in condizione di maggiore debolezza e vulnerabilità, può essere faticoso e, a volte persino frustrante. Ma la consapevolezza di contribuire, nel mio piccolo, a determinare avanzamenti sul terreno delle tutele definisce e restituisce tutto il senso del mio percorso e delle mie scelte lavorative.
Al contempo, è un lavoro dinamico, a tratti creativo, che offre continue opportunità di contatto, conoscenza e scambio con tantissime persone e realtà, piccole e grandi – dal comitato di quartiere alle organizzazioni di rilievo nazionale ed internazionale – e, quindi, occasioni infinite di arricchimento professionale ed umano.
3. Qual è la cosa di cui sei più orgogliosa della tua organizzazione?
L’aver promosso un modo diverso ed originale di occuparsi di tutela dei diritti e di cura dei beni comuni, attraverso il protagonismo e l’iniziativa autonoma e diretta dei cittadini, che nel corso del tempo è diventata una modalità diffusa ed un modello di riferimento assunto da tante organizzazioni della società civile; l’aver contribuito a farlo percepire e riconoscere nella stessa Carta Costituzionale, con l’introduzione all’art. 118 ultimo comma della Costituzione del principio della sussidiarietà orizzontale.
4. Qual è il tuo desiderio per il settore in questo momento?
Alla crisi dei diritti, compresi quelli che in una democrazia come la nostra si davano per acquisiti, ai tentativi di compressione degli spazi della partecipazione, ai pericoli di derive autoritarie, corrisponde un momento di difficoltà e smarrimento anche per le organizzazioni della società civile. L’auspicio, in questo momento, è che si recuperi la capacità di lavorare in rete sulle grandi sfide di questa fase, come quelle necessarie ad arginare riforme che rischiano di spaccare il paese e aumentare esponenzialmente le disuguaglianze. Al contempo, seguendo l’insegnamento di Franco Basaglia, recuperare la capacità di convincere, quindi lavorare a ricostruire sensibilità e cultura dei diritti.
5. Chi o cosa ti ispira? (role model o persone che ti hanno ispirato con il loro esempio/lavoro/coraggio)
Certamente il comandante Gracco (Angiolo Gracci) e il comandante Giovanni (Mario Fiorentini), partigiani che ho avuto la straordinaria fortuna di conoscere. Ma soprattutto le donne, partigiane, gappiste, staffette e le combattenti, come Carla Capponi, Lucia Ottobrini, Tina Costa che hanno fatto la resistenza e che hanno dedicato la vita alle battaglie per i diritti civili e per l’emancipazione femminile.
6. Cosa stai leggendo in questo momento?
Ogni mattina a Jenin, di Susan Abulhawa
7. Film preferito?
Difficilissimo citarne uno solo, ma direi “Giù la testa” di Sergio Leone
8. Flashback a quando avevi 10 anni. Cosa volevi fare da grande?
Ricordo distintamente che a questa domanda rispondevo sempre di voler fare la giornalista, lo immaginavo come un lavoro che mi avrebbe portato in giro per il mondo.
9. Il nostro paese ce la farà a diventare migliore se…
Se ne recupera la memoria, della lotta per la Liberazione, dei suoi valori fondativi, delle grandi battaglie condotte dai movimenti nel secolo scorso per le libertà, i diritti civili e quelli sociali.
Laura Liberto, dal 2012, è coordinatrice nazionale della rete Giustizia per i diritti di Cittadinanzattiva. Avvocata penalista e dell’immigrazione, lavora da diversi anni nel mondo del non profit per la promozione dei diritti umani e di cittadinanza, la tutela dei diritti dei minori e l’inclusione sociale delle comunità rom. Oggi è anche presidente di Cild.