Norma anti-rave. Un attacco alle libertà
Nel consiglio dei Ministri di lunedì il governo ha introdotto una norma (l’art. 434-bis) che dovrebbe colpire chi organizza o promuove un rave party con pene da 3 a 6 anni di reclusione e una multa da 1.000 a 10.000 euro.
Art. 434-bis (Invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumita’ pubblica o la salute pubblica). – L’invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica consiste nell’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, commessa da un numero di persone superiore a cinquanta, allo scopo di organizzare un raduno, quando dallo stesso puo’ derivare un pericolo per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica.Chiunque organizza o promuove l’invasione di cui al primo comma è punito con la pena della reclusione da tre a sei anni e con la multa da euro 1.000 a euro 10.000. Per il solo fatto di partecipare all’invasione la pena è diminuita.
E’ sempre ordinata la confisca ai sensi dell’articolo 240, secondo comma, del codice penale, delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato di cui al primo comma nonché di quelle utilizzate nei medesimi casi per realizzare le finalità dell’occupazione.».
2. All’articolo 4, comma 1, del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, dopo la lettera i-ter), e’ aggiunta la seguente: «i-quater) ai soggetti indiziati del delitto di cui all’articolo 434-bis del codice penale.».
3. Le disposizioni del presente articolo si applicano dal giorno successivo a quello della pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Tuttavia questa norma si applica a numerose altre fattispecie. La stessa, infatti, facendo genericamente riferimento a chi invade terreni o edifici – pubblici o privati – per raduni con più di 50 persone pericolosi per l’ordine pubblico, l’incolumità pubblica o la salute pubblica può andare a intercettare numerose altre fattispecie. Può colpire, ad esempio, i lavoratori che occupano o picchettano una fabbrica per protestare contro i licenziamenti. O gli studenti superiori o universitari, che occupano scuole o università per attirare l’attenzione sui problemi del sistema d’istruzione. Insomma, l’art. 434-bis, lontano dall’occuparsi solo di rave party, rappresenta un pericoloso restringimento allo spazio civico, al diritto di protesta e alla libertà di riunione, così come prevista dall’art. 17 della Costituzione. Lasciando un ampio potere discrezionale alle forze dell’ordine che dovranno valutare in ciascun specifico caso se questa fattispecie è violata o meno e quindi se si sta verificando un pericolo per ordine, incolumità o salute pubblica.
Per questo è importante che questa norma venga cancellata. Perché, anche se si volesse realmente prevenire l’organizzazione di rave party, non è certo con lo strumento penale che si governano i fenomeni sociali. Ma ancor di più perché, propria questa lettura ampia della norma, rischia di farla diventare uno strumento di repressione del dissenso.