Contro i luoghi comuni: l’economia dell’immigrazione vale 3,9 miliardi di euro all’anno
Sull’immigrazione i media e le dichiarazioni dei politici sono pieni di frasi fatte e luoghi comuni – al punto che persino i comici ne fanno oggetto dei loro interventi.
C’è poco da ridere, però, e, per confutarli, questo sketch di Maurizio Crozza fa riferimento a fonti di Istat e Banca d’Italia.
Di recente due rapporti della Fondazione Leone Moressa (associata CILD) e Andrea Stuppini hanno fatto luce sull’impatto – molto positivo – degli immigrati sull’economia italiana.
I rapporti, ripresi qualche giorno fa da Gian Antonio Stella sul Corriere, segnalano molti dati interessanti sull’economia dell’immigrazione:
- le imprese create da immigrati sono 497 mila, circa l’8,2% del totale, un dato ancora più significativo in tempo di crisi, per un valore aggiunto di 85 miliardi di euro;
- contributi da parte di lavoratori nati all’estero: nel 2012 sono stati poco più di 3,5 milioni e «hanno dichiarato redditi per 44,7 miliardi di euro (mediamente 12.930 euro a persona) su un totale di 800 miliardi di euro, incidendo per il 5,6% sull’intera ricchezza prodotta». Si può stimare un gettito contributivo di 8,9 miliardi, si legge successivamente;
- considerando il metodo dei costi standard, la spesa pubblica complessiva per l’immigrazione viene stimata in 12,6 miliardi di euro, cioè l’1,57% della spesa pubblica nazionale. «Ripartendo il volume di spesa per la popolazione straniera nel 2012 (4,39 milioni), si ottiene un valore pro capite di 2.870 euro» si legge nei rapporti.
Nota: Il rapporto di Fondazione Leone Moressa fa parte del progetto “Il valore dell’immigrazione“
Foto: Barista – From Nigeria to Palermo (credit: Carlo Columba)