Il Protocollo Italia-Albania dal 2023 a oggi
Di Arianna Egle Ventre e Irene Proietto
Al centro del dibattito politico attuale, faticosamente si seguono le evoluzioni del Centri in Albania. In questo susseguirsi rapido sembra urgente delineare una visione completa passo per passo, che tentiamo di tracciare in questo approfondimento. Mantenere uno sguardo sull’evoluzione del progetto di esternalizzazione delle frontiere in Albania permette di mettere in luce le diverse forzature del Governo – economiche, giuridiche e politiche – fin dalle origini dell’accordo Meloni-Rama.
Nonostante sia difficile prevedere quali saranno gli sviluppi del progetto in Albania, si è al momento in attesa di alcuni passaggi chiave, quale la pronuncia della Corte di Giustizia europea sui Paesi sicuri tra fine maggio e inizio giugno che sancirà il futuro del Centri di Gjader e Shengjin.
In questo marasma di avvenimenti, rimane certo l’impatto di queste politiche di esternalizzazione sulla pelle delle persone migranti portate in Albania. Lo raccontano i numerosi ‘eventi critici’ riportati nel registro di quello che è attualmente il CPR di Gjader, lo dimostrano le voci delle proteste in Albania e in Italia, lo denunciano le parlamentari che hanno potuto accedere ai centri.
A seguire una ricostruzione degli eventi chiave:
- 6 novembre del 2023: il Governo italiano sigla un protocollo bilaterale “per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria” (Legge n. 14/2024) con le autorità albanesi. L’accordo prevede la concessione all’Italia dall’Albania di due aree demaniali nell’area portuale di Shëngjin e nella ex base militare di Gjadër per la costruzione di un Centro di trattenimento per richiedenti asilo provenienti da Paesi sicuri, un hotspot e un mini carcere.
- 5 dicembre 2023: Il Consiglio dei Ministri italiano approva il disegno di legge di ratifica del Protocollo tra Italia e Albania.
- 29 gennaio 2024: la Corte Costituzionale albanese delibera che l’accordo tra Roma e Tirana «non lede l’integrità territoriale della nazione», e può quindi essere definitivamente approvato.
- 15 febbraio 2024: Il Parlamento italiano approva definitivamente il ddl di ratifica ed esecuzione del Protocollo Italia-Albania, con il quale le aree sotto giurisdizione italiana sono equiparate a zone di frontiera e di transito.
- 22 febbraio 2024: Il Parlamento albanese ratifica in via definitiva il Protocollo con l’Italia.
- 21 marzo 2024: il Governo pubblica la gara di appalto per la gestione dei Centri dal valore di oltre 133 milioni di euro. Per ragioni di “estrema urgenza” la procedura prevede l’assegnazione negoziata, dunque non una gara pubblica in deroga a quanto previsto per gli appalti milionari.
- 7 maggio 2024: La Prefettura di Roma assegna l’appalto alla Cooperativa Medihospes, in passato indagata per irregolarità nella gestione di diversi centri di accoglienza.
- 14 agosto 2024: l’UNHCR dichiara che avrà un ruolo di monitoraggio nei Centri della durata iniziale di 3 mesi, al termine del quale renderà disponibili delle raccomandazioni al governo.
- 4 ottobre 2024: La sentenza (causa C‑406/22) della Corte di Giustizia dell’Unione Europea dichiara illegittime le modalità di designazione dei “Paesi d’origine sicura” del Decreto Piantedosi. Non possono essere ritenuti “sicuri” Paesi nei quali sussiste un rischio di persecuzione in alcune aree o per determinate categorie di persone.
- 11 ottobre 2024: il Governo annuncia la formale apertura dei Centri.
- 14 ottobre 2024: a bordo della nave Libra, pattugliatore della Marina Militare, partono verso Shengjin le prime 16 persone soccorse in acque internazionali, tutte provenienti da Egitto e Bangladesh. Per la prima volta da quando è stato firmato il Protocollo, i centri in Albania diventano operativi.
- 16 ottobre 2024: Arrivate in Albania dopo due giorni di viaggio, quattro delle sedici persone vengono subito riportate in Italia, poiché a seguito delle visite mediche due di loro risultano vulnerabili, mentre due sono minorenni.
- 18 ottobre 2024: la sezione specializzata immigrazione del Tribunale di Roma, sulla base della pronuncia della Corte di Giustizia UE, non convalida il trattenimento dei primi dodici uomini portati da Lampedusa al centro di Gjader, provenienti da Egitto e Bangladesh dal momento che i due Paesi non garantiscono “condizioni di sicurezza generalizzate e uniformi”.
- 21 ottobre 2024: in seguito alla mancata convalida dei primi trattenimenti il Governo approva un primo decreto legge per salvare il modello Albania che rende norma di rango primario l’elenco dei Paesi sicuri. La nuova lista esclude Camerun, Colombia e Nigeria.
Nella stessa giornata il Movimento 5 stelle annuncia di aver depositato un esposto alla Corte dei Conti per danno erariale per il trasporto delle prime 16 persone nei Centri, dal costo oscillante tra i 250 e i 290 mila euro.
- 4 novembre 2024: la nave della marina militare Libra riprende le operazioni nel Mediterraneo. Dopo due giorni, altre 8 persone selezionate nelle procedure di pre screening vengono trasferite a Gjader.
- 11 novembre 2024: Il tribunale di Roma rinvia alla Corte di Giustizia UE la decisione sulla convalida del trattenimento di altre sette persone migranti deportate in Albania dopo essere state soccorse nel Mediterraneo centrale.
- 1 e 2 dicembre 2024: Il Network Against Migrant Detention si mobilita in Albania davanti al centro di Gjader e a Tirana contro il Protocollo d’intesa tra Italia e Albania e le politiche di esternalizzazione delle frontiere.
- 2 dicembre 2024: Il Fatto Quotidiano e La Repubblica riportano che il governo italiano sta valutando, come piano alternativo, la possibilità dell’utilizzo dei centri albanesi come carcere per i cittadini albanesi detenuti in Italia.
- 4 dicembre 2024: In seguito alla mancata convalida dei trattenimenti da parte del Tribunale di roma, il Governo approva il nuovo “Decreto Flussi” (D.L. 145/2024) per rimuovere la competenza sulle convalide dei trattenimenti dei richiedenti asilo alle sezioni specializzate in materia migratoria dei Tribunali ordinari. La competenza in materia di convalida, proroga e sospensione dei trattenimenti passa alle Corti d’Appello, nonostante il parere negativo del CSM.
- 19 dicembre 2024: la Corte di Cassazione si pronuncia in merito alla facoltà dei giudici di disapplicare l’elenco ministeriale dei Paesi sicuri precisando che il Giudice ha sempre il potere di verificare che la designazione effettuata dal Governo è conforme al diritto nazionale e sovranazionale (sentenza n.33398).
- 23 dicembre 2024: si conclude a Palazzo Chigi un vertice del Governo dove viene annunciata la ripartenza dei trasferimenti in Albania per gennaio e si ribadisce l’intenzione di lavorare insieme ai partner UE sulle cosiddette ‘soluzioni innovative’ al fenomeno migratorio.
- 30 dicembre 2024: la Cassazione sospende ogni decisione inerente al concetto di Paese sicuro e alla conseguente applicazione delle procedure accelerate in attesa della pronuncia della Corte di giustizia europea (ordinanza interlocutoria n.34898).
- 28 gennaio 2025: la nave Cassiopea della Marina Militare trasferisce quarantanove persone nel porto di Shengjin. Lo screening medico viene illegittimamente delegato al personale sanitario militare mentre sull’imbarcazione è assente l’IOM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni). Tuttavia una volta in Albania risultano essere presenti minori e persone vulnerabili: cinque persone tornano subito in Italia. Nei giorni successivi anche le altre 43 persone vengono riportate indietro. Infatti, nonostante il governo abbia sottratto nel dicembre precedente la competenza alla sezione romana specializzata in immigrazione tramite il nuovo Decreto Flussi, anche la Corte d’Appello non convalida i trattenimenti e sospende il giudizio rinviando tutto alla Corte di Giustizia UE. Tutte le persone portate a Gjader tornano in Italia.
- 25 febbraio 2025: si tiene l’udienza di apertura della Corte di giustizia UE in merito alla designazione dei ‘Paesi sicuri’ da parte degli Stati membri. La decisione viene rimandata per la fine di maggio 2025.
- 28 marzo 2025: il Governo italiano approva tramite decreto legge una modifica alla legge di ratifica del protocollo Meloni – Rama (n.37/2025 del 28 marzo), autorizzando il trasferimento coatto in Albania di persone già trattenute nei CPR italiani, senza che vi sia alcuna convalida da parte del giudice di pace.
- 10 aprile 2025: vengono rese note le conclusioni dell’avvocato generale della Corte di Giustizia UE in merito alla designazione dei Paesi sicuri. Secondo il parere non vincolante dell’avvocato generale gli Stati membri hanno il potere di designare un paese terzo come paese di origine sicuro mediante atto legislativo, tuttavia il giudice ha sempre il dovere di esercitare un controllo di legittimità su tale designazione e deve inoltre disporre delle fonti sulle quali si è fondata tale valutazione.
- 11 aprile 2025: provenienti da diversi CPR nel territorio italiano, 41 persone vengono portate con la nave Libra nel porto di Shengjin per essere poi rinchiuse nel Centro di Gjader. Nel corso delle due settimane successive, sedici delle persone trattenute lasciano il centro, senza che vi siano state informazioni chiare sulle motivazioni.
- 16 aprile 2025:
La Commissione europea propone di anticipare l’implementazione di alcuni punti del Nuovo Patto Migrazione e asilo tra le quali l’istituzione di una lista comune dei Paesi sicuri e l’applicazione delle procedure accelerate.
Nel frattempo fonti del Viminale riportano che nel CPR di Gjader le persone trattenute hanno messo in atto una protesta. Già nei giorni precedenti al trasferimento in Albania, le persone portate temporaneamente nel CPR di Brindisi Restinco avrebbero protestato rimandando di alcune ore la partenza.
- 19 aprile 2025: La Corte d’appello di Roma stabilisce che non può essere trattenuto nel CPR in Albania lo straniero che dopo il trasferimento nella struttura chiede la protezione internazionale. La Corte si è espressa in merito a un caso di un cittadino marocchino, che una volta arrivato a Gjader, ha fatto domanda d’asilo.
- 30 aprile 2025: a seguito di numerose visite ispettive nei centri albanesi le deputate Rachele Scarpa e Cecilia Strada sottopongono un rapporto al Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti del Consiglio d’Europa. Nel documento mettono in allerta in merito ai rischi per la salute e la vita delle persone trattenute nel CPR in Albania, come dimostrato dai numerosi eventi critici registrati (35 tra l’11 aprile e il 2 maggio).
- 2 maggio 2025: secondo varie fonti, tra cui La Stampa e La Repubblica, il governo avrebbe disposto il trasferimento di altre 15 persone nel CPR in Albania. La notizia sembra confermata da un video pubblicato dal collettivo ‘Europe Other’ e condiviso dall’organizzazione ‘No ai CPR’