Pubblicato il Rapporto 2025 sullo stato di diritto
Il declino democratico si aggrava: gli strumenti UE inefficaci.
La recessione democratica dell’Europa si è aggravata nel 2024, secondo il rapporto sullo Stato di diritto della dalla Civil Liberties Union For Europe (Liberties). I Paesi considerati roccaforti democratiche stanno scivolando verso tendenze autoritarie e l’uso minimo che l’Unione europea ha fatto del suo pacchetto di strumenti per lo Stato di diritto ha fatto a malapena un buco nell’acqua.
Nella sua sesta edizione dal 2019, il Rapporto di 1.000 pagine identifica le violazioni più eclatanti di giustizia, corruzione, libertà dei media, controlli ed equilibri, spazio civico e diritti umani nell’Unione europea nel 2024. L’analisi completa, frutto della collaborazione di 43 organizzazioni per i diritti umani di 21 Paesi dell’UE coordinate da Liberties, è il più approfondito “rapporto ombra” sullo Stato di diritto mai realizzato da una rete indipendente di organizzazioni che si occupano di libertà civili. I risultati del rapporto confluiscono nel ciclo di monitoraggio dello Stato di diritto della Commissione europea e le organizzazioni che vi contribuiscono presentano i loro approfondimenti nazionali nel corso di visite annuali ai Paesi.
Sulla base dell’analisi dei risultati di questo rapporto, Liberties colloca l’Italia tra i paesi “demolitori”, insieme a Bulgaria, Croazia, Romania e Slovacchia, in quanto i loro governi minano sistematicamente e intenzionalmente lo Stato di diritto in quasi tutti gli aspetti.
In particolare, il rapporto sull’Italia, elaborato da CILD con la collaborazione di A Buon Diritto, Antigone, Strali, e Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa, rileva le seguenti criticità:
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Sistema giudiziario: si registra una regressione nell’ambito del sistema giudiziario in quanto le riforme discusse o approvate nel corso del 2024 minano profondamente lo Stato di diritto, promuovendo un approccio autoritario ed estremamente punitivo che mira a stravolgere il volto del sistema giudiziario italiano.
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Anticorruzione: l’Italia continua a soffrire di gravi problemi di corruzione. In particolare, l’assenza di progressi nell’adozione di nuove normative sul lobbying né nell’istituzione di un registro operativo dei lobbisti. La recente abolizione dell’abuso d’ufficio e le lacune normative sulla trasparenza e il lobbying rappresentano un rischio significativo per la limitazione dei conflitti di interesse e la lotta alla corruzione. Inoltre, le nuove normative sul whistleblowing sono state in alcuni casi considerate un passo indietro nella protezione dei segnalanti.
- Libertà dei media e di stampa: La libertà dei media è sottoposta a una crescente pressione, con attacchi e violazioni senza precedenti, spesso avviati da funzionari pubblici e membri della coalizione di Governo, che manifestano una forte intolleranza verso qualsiasi forma di critica da parte dei media. Inoltre, si evidenzia un grave deterioramento della libertà di stampa in Italia, con una crescente influenza politica sui media, attacchi ai giornalisti, sia fisici sia online, e casi di minacce legali. Ciò si traduce in una significativa restrizione della libertà di espressione e della qualità democratica del Paese, segnando una grave regressione rispetto all’anno precedente.
- Equilibri istituzionali e stato della democrazia: Non si sono registrati progressi in termini di stato della democrazia rispetto all’anno 2023 e l’equilibrio istituzionale è in pericolo a causa di alcune riforme avanzate dal Governo, finalizzate a ridurre il potere del Parlamento. Nel complesso, le recenti proposte legislative sollevano interrogativi sulla separazione dei poteri, la tutela dei diritti umani e l’equilibrio democratico in Italia. Inoltre, persiste la mancanza di un’autorità nazionale indipendente per la tutela dei diritti umani.
- Spazio civico e diritti fondamentali: A partire dall’entrata in carica del il Governo di maggioranza di destra guidato da Giorgia Meloni nell’ottobre 2022, sono emerse preoccupazioni riguardo alla progressiva erosione dello spazio civico. Questo preoccupante processo è stato denunciato da molte organizzazioni della società civile impegnate nel monitoraggio e nella segnalazione delle carenze e delle implicazioni delle misure legislative che incidono sui diritti civili – in particolare, il diritto di protestare, la libertà di espressione e dei media, nonché il diritto di riunione. Questa regressione è alimentata da una forte criminalizzazione di attivisti e minoranze, utilizzata come strumento di deterrenza volto a silenziare il dissenso.
- Diritti umani e criticità sistemiche: In Italia, sono persistenti le discriminazioni contro minoranze e persone LGBTQIA+, che soffrono della mancanza di adeguate tutele legislative. Inoltre, si registrano gravi violazioni sistematiche dei diritti umani, in particolare nei centri di detenzione per persone migranti (CPR) e nelle carceri. Le persone migranti sono particolarmente afflitte da politiche migratorie discriminatorie e restrittive, che hanno raggiunto il loro apice attraverso l’esternalizzazione delle procedure in Albania.
Laura Liberto, Presidente di CILD dichiara:
“In generale, si registra un peggioramento dello Stato di diritto in Italia, rispetto al 2023. Nel campo dei diritti umani, sono preoccupanti i continui attacchi contro le minoranze, in chiave gravemente discriminatoria. Inoltre, le riforme che questo governo sta portando avanti minano l’equilibrio democratico dello stato, già minacciato dall’uso smodato di decreti di emergenza. Il processo di criminalizzazione è particolarmente accelerato. In questo contesto, CILD vuole portare, ancora una volta, l’attenzione sulla mancata istituzione di un’autorità nazionale indipendente per la tutela dei diritti umani.”
Balazs Denes, Direttore Esecutivo della Civil Liberties Union for Europe (Liberties), ha dichiarato:
“Mentre il populismo di estrema destra cresce e la democrazia arretra negli Stati Uniti, la crisi dello Stato di diritto in Europa si approfondisce. La crescente influenza dell’estrema destra minaccia l’unità dell’UE, mentre la guerra della Russia in Ucraina e il rapido mutamento dei legami transatlantici mettono alla prova la resilienza del blocco. Per salvaguardare l’UE e l’ordine mondiale basato sulle regole, la Commissione Europea deve rafforzare l’applicazione dello Stato di diritto, collegandola direttamente all’Articolo 7, alla condizionalità di bilancio e ai procedimenti di infrazione”.
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