I richiami all’Italia sulla libertà di espressione
È stato pubblicato il 24 luglio il Rule Of Law Report 2024 della Commissione Europea, un documento che racconta di quale sia la situazione del rispetto dello Stato di Diritto nell’Unione e nei singoli stati membri e nei paesi candidati.
A questo percorso annuale di revisione aveva partecipato anche la nostra Coalizione, curando il capitolo sull’Italia del Rule of Law Report realizzato dalla Civil Liberties Union for Europe (Liberties), un vero e proprio rapporto ombra che offre uno sguardo indipendente su ciò che avviene in Europa sul terreno dei diritti e delle libertà.
Un rapporto, quello a cui abbiamo collaborato, ampiamente citato nel capitolo sull’Italia del documento della Commissione Europea.
Per quanto riguarda la libertà di espressione, tema di cui CILD da qualche tempo si occupa, quello che emerge è fonte di preoccupazione (peraltro già espressa ed emersa nel Media Pluralism Monitor 2024). In particolare, per quanto riguarda la RAI, la Commissione Europea scrive che “sebbene esistano norme che mirano a garantire che i media del servizio pubblico forniscano un’informazione indipendente e pluralistica, ci sono persistono problemi legati all’efficacia del sistema di governance e di finanziamento”.
Un tema che avevamo già evidenziato in questo articolo, ricordando come la riforma Renzi del 2015 avesse portato ad una modifica della governance con una riduzione del pluralismo e un eccessivo accentramento di poteri nel ruolo dell’Amministratore delegato (di nomina governativa); mentre sul fronte del finanziamento, come la riduzione del canone e l’aumento dei trasferimenti dal governo alla Rai, ne potrebbe minacciare ulteriormente l’indipendenza.
Altro tema sollevato dal Rule of Law Report 2024 è l’accesso alle informazioni giudiziarie da parte dei giornalisti, la cui limitazione pone forti preoccupazioni sulla libertà di informare adeguatamente i cittadini. Inoltre viene segnalato l’immobilismo italiano nell’approvare una legge contro le SLAPP.Queste sono delle azioni legali che puntano a silenziare giornalisti e società civile, scoraggiando in particolare la pubblicazione di inchieste che possano riguardare persone o aziende particolarmente importanti e potenti.
Un passaggio generale è poi quello relativo alle minacce fisiche e legali, le campagne diffamatorie e le censure che i giornalisti subiscono e che compromettono la loro sicurezza. Una preoccupazione che non può che riguardare l’Italia, dove solo pochi giorni fa un giornalista della Stampa è stato aggredito da parte di militanti di estrema destra, senza che dal Presidente del Senato, seconda carica dello Stato Italiano, arrivasse una condanna netta dell’accaduto.
Un documento, questo della Commissione Europea, che ancora una volta richiama l’Italia a riforme urgenti, in linea anche con quanto previsto nella Direttiva Anti-Slapp, il Media Freedom Act (entrambi di recente approvazione) e le Raccomandazione della Commissione sulla sicurezza dei giornalisti (approvata nel 2021), per garantire la libertà di espressione e tutelare al meglio giornalisti e società civile.