Aree di lavoro

CILD lavora unendo attività di advocacy, comunicazione strategica e azione legale

Asilo e protezione internazionale

Negli ultimi decenni moltissime persone sono arrivate in Italia cercando asilo perché in fuga da guerre e persecuzioni sulla base di nazionalità, razza, religione, orientamento sessuale o posizioni politiche.

Queste persone hanno diritto a richiedere protezione internazionale e asilo.

La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (articolo 14) stabilisce che tutti hanno diritto di chiedere protezione internazionale se minacciati da persecuzioni in altri Paesi. La Convenzione di Ginevra del 1951 protegge dal rischio di essere rimpatriati in tali stati.

Come previsto dall’articolo 10 della nostra Costituzione, si tratta di una tutela che il governo garantisce a coloro i quali sia impedito di esercitare nel proprio paese tutti i diritti e le libertà di cui si gode in Italia.

Le attuali politiche italiane ed europee sulla migrazione continuano a concentrarsi sulla sicurezza, sulla detenzione illegale e sulla deportazione, mostrando una mancanza di volontà politica generalizzata nel trovare vie sicure e legali per l’ingresso nel nostro Paese.

Con il nostro progetto Open Migration sosteniamo l’advocacy sui diritti dei rifugiati con la pubblicazione di ricerca e informazione basata sui dati, reportage, editoriali di esperti e interviste.

Cerchiamo il dialogo con i media per cambiare la narrativa sulla crisi migratoria e organizziamo incontri come The 19 Million Project e Cities for all per ragionare su soluzioni dignitose e sostenibili.

Inoltre, il nostro centro di azione legale fornisce gratuitamente informazioni a queste persone e usa il contenzioso strategico per assicurare che i loro diritti fondamentali siano rispettati.

Immigrazione

Da più di 30 anni l’Italia è un paese di destinazione dell’immigrazione, con più di 5 milioni di stranieri, circa l’8,3% della popolazione totale. Queste persone, però, non godono di pieni diritti.

Data la mancanza di opportunità di ingresso e lavoro legale per stranieri che non vengano da paesi dell’Unione Europea, spesso queste persone finiscono nelle mani di trafficanti che li sequestrano, sottopongono a violenze, abusi e torture. Nel 2016 più di 5000 persone sono morte tentando di attraversare il Mediterraneo.

I media presentano spesso questo tema in chiave di invasione, provocando paura e ostilità nel pubblico, con la politica pronta ad approfittarne per fini elettorali.

La nostra attività si concentra sulla denuncia di abusi, sfruttamenti e xenofobia e nella protezione dei migranti più vulnerabili che vivono nel nostro Paese.

Con progetti come Open Migration, confutiamo stereotipi e luoghi comuni che ruotano attorno agli immigrati, parte integrante ma ancora non pienamente integrata nella società italiana: con dati in tempo reale sul tema e un fact-checking costante, la piattaforma sensibilizza media e opinione pubblica a favore di un dibattito informato per politiche più efficaci e rispettose della dignità e dei diritti delle persone.

Il nostro Centro di Azione legale, infine, fornisce assistenza legale per la difesa e promozione dei diritti degli immigrati più vulnerabili, con un’attenzione particolare al monitoraggio degli accordi bilaterali e multilaterali, detenzione illegale, deportazione, accesso alla salute, istruzione e giustizia, discriminazione sulla base della nazionalità.

Uguaglianza e antidiscriminazione

In Italia milioni di persone sono ancora discriminate per molti motivi: orientamento sessuale, razza, religione, condizioni fisiche e sociali. La discriminazione può assumere diverse forme: insulti, maltrattamenti, negazione dell’accesso ai servizi essenziali, esclusione sociale, violenza.

L’articolo 3 della Costituzione afferma che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.

Il nostro lavoro punta a cambiare l’opinione pubblica e a influenzare le narrative proposte dai media, portando a un rafforzamento delle politiche contro la discriminazione.

Con le nostre campagne vogliamo fare in modo che in Italia si superino esclusione e violenza verso tutte le persone che oggi sono discriminate.

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Diritti LGBT

Diritti di rom, sinti e camminanti

Partecipazione

La partecipazione attiva alla vita democratica crediamo non possa esprimersi solo con il voto elettorale. La nostra democrazia si basa sulla diversità di istanze e culture che tutta la società civile esprime e che trovano espressione nelle mille forme di rappresentanza, mobilitazione e attivismo per il bene comune che rendono unico il nostro Paese.

I corpi intermedi – il cui valore la nostra Costituzione riconosce – svolgono una fondamentale funzione di sintesi e di mediazione nel rapporto fra cittadinanza e istituzioni. Quando sono portatori di interessi comuni e convidisi diventano essi stessi istituzioni in quanto garantiscono rappresentanza e inclusione.

Per questo la loro libertà associativa e la loro azione quotidiana va continuamente protetta da pericolose derive anti-democratiche e anti-costituzionali, e il loro spazio di azione civica difeso e rafforzato.

CILD ha scelto di farlo attraverso la sua attività di comunicazione con campagne come Amarsi Un Po’, una media academy e un narrative lab per offrire opportunità formative sul tema dello cambiamento narrativo e con la promozione di nuovi e nuove leader che stanno emergendo e rendendo più dinamica e aperta la nostra società.

Libertà civili nell’era digitale

Le potenzialità della tecnologia vengono quotidianamente evidenziate e celebrate nel generale dibattito pubblico. Inoltre, oggi numerosi strumenti tecnologici giocano un ruolo chiave nel portare alla luce violazioni dei diritti umani. Si tratta però anche anche un’arma a doppio taglio che può essere utilizzata con effetti deleteri per diritti come privacy, libertà di espressione e movimento, oltre che per la sicurezza nazionale.

Sebbene l’Italia sia in una posizione chiave in questo contesto, il suo ruolo e le sue politiche sono spesso ignorate e non analizzate dai media e dall’opinione pubblica. Il divario digitale è una delle cause principali, sia dal punto di vista infrastrutturale che culturale, e influenza tutte le componenti della società, dai media alla politica, dai cittadini alle organizzazioni della società civile.

L’obiettivo del programma “Libertà civili nell’era digitale” è di avanzare ed espandere gli standard di diritti umani, con una combinazione di attività di advocacy, divulgazione, lobbying e contenzioso strategico.

Il programma interseca tutte le attività della nostra organizzazione: come coalizione di associazioni che lavorano per i diritti umani, la sicurezza e la privacy delle persone che lavorano con noi e che noi lavoriamo per tutelare è assolutamente cruciale.

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Libertà di espressione

Cybersecurity

Stato di diritto

Lo Stato di diritto è un insieme di principi che caratterizza le democrazie avanzate e che afferma che nessuno, compresi governi, politici o legislatori, è al di sopra della legge. Questa filosofia politica si riferisce all’idea che un sistema di leggi, istituzioni e norme sia progettato per garantire la responsabilità che coinvolge tutti i livelli della società, il che significa che nessuno riceve un trattamento preferenziale. Lo Stato di diritto non si riferisce a una legge in particolare, ma piuttosto all’insieme di leggi e norme comuni all’interno di un Paese, di uno Stato o di una comunità a cui tutti, cittadini e istituzioni, sono vincolati, nonché ai sistemi e ai meccanismi che fanno rispettare queste leggi. Si basa su principi ormai consolidati nella storia che impongono leggi giuste, comprensibili e applicate in maniera uniforme, con una governance aperta e un sistema giudiziario accessibile e imparziale.
Nella sua accezione comune, lo Stato di diritto ha anche una dimensione morale, che garantisce il rispetto dei diritti fondamentali.
CILD e le associazioni che ne fanno parte monitorano costante l’applicazione di tali principi da parte dell’Italia. Dal 2021 partecipiamo attivamente alle consultazione della Commissione Europea in materia e curiamo per l’Italia il rapporto Rule Of Law promosso da Liberties.eu